Roma, Luca è autistico e a scuola non c'è una maestra per lui

Roma, Luca è autistico e a scuola non c'è una maestra per lui
Luca ha 4 anni e non dice mai «mamma» né «papà». Non parla, l’unica parola che ha imparato a pronunciare è «acqua»...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Luca ha 4 anni e non dice mai «mamma» né «papà». Non parla, l’unica parola che ha imparato a pronunciare è «acqua» quando ha sete. Non respinge il contatto fisico anzi, ha un grande bisogno di abbracci e di coccole. Non può rimanere mai solo, perché è affetto da una forma severa di autismo. Potrebbe migliorare, anzi stava migliorando, anche per merito della sua insegnante di sostegno, in una scuola materna alla Balduina.


Greta Thunberg: senza l'Asperger non avrei lottato così. Lavoro e penso in modo diverso

Adesso però quell’insegnante di sostegno non c’è più, è assente da un mese e forse mancherà fino alla fine dell'anno, sta di fatto che un supplente non si trova. Quindi Luca non ha più un docente che si dedichi a lui e in classe resta in genere parcheggiato, ad aspettare che arrivi l’ora di tornare a casa.

Il caso di Luca non è certo l’unico, quasi in ogni scuola di Roma si presenta lo stesso problema, gli insegnanti di sostegno sono pochi e se ne manca uno si riesce a sostituirlo – quando va bene - con un supplente non specializzato, magari chiamato con la procedura della “messa a disposizione”, che vuol dire assumere un insegnante che non ha l'abilitazione per insegnare. Quando va bene, perché quando va male invece non arriva neanche quello, proprio come sta succedendo ora a Luca.

Le 20 righe di questa rubrica non bastano certo a spiegare tutti i motivi burocratici, organizzativi e culturali per cui in Italia non ci sono abbastanza docenti di sostegno. Possiamo solo registrare il paradosso di un Paese in cui tante persone cercano un lavoro e tanti lavori cercano una persona, senza incontrarsi mai.

pietro.piovani@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero