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Riaprono le scuole ma mancano i professori. E il disastro è servito. Con il passaggio del Lazio dalla zona rossa a quella arancione oggi e domani tornano in classe i bambini iscritti alle scuole materne, elementari e medie ma ad aspettarli, dietro la cattedra, in un caso su tre non ci sarà nessuno. Perché i docenti non ci sono, non bastano, colti da malattie o in fila a richiedere permessi per congedi eccezionali e legge 104. E pure con la ricerca (disperata) dei presidi per trovare i supplenti, una classe su cinque dovrà posticipare l’ingresso o uscire prima del tempo. Eccolo l’effetto della riapertura dei plessi - fatta eccezione per le scuole superiori che torneranno in classe il prossimo 7 aprile in quota ridotta - nella settimana corta delle vacanze di Pasqua.
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«Le scuole stanno facendo fatica ad organizzarsi - spiega la vicepresidente dell’AssoPresidi Cristina Costarelli - Molti docenti sono fuori Regione, altri sono coinvolti nella vaccinazione: si riaprirà con un personale ridotto». Senza contare, per l’appunto, tutti quelli che hanno già presentato ieri un certificato in cui attestano una malattia o l’impossibilità di recarsi a scuola per motivi di salute o sfruttando la 104.
LE SITUAZIONI
Casi isolati? Magari. All’Istituto comprensivo Consoli i docenti già segnati assenti sono 14, al Fontanile Anagnino il numero sale a 21. E la soglia in moltissime istituti comprensivi della Capitale viaggia tra le 15 e 22 defezioni. C’è l’Istituto comprensivo Nino Rota che dovrà aprire facendo a meno di 15 insegnati e la stessa situazione attanaglia il Pio La Torre a Torrevecchia e l’Istituto Via Poseidone a Torre Angela.
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«DATI NON AUSPICABILI»
Anche il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Rocco Pinneri commenta la situazione: «Forse è un’iperbole, non è bello dirlo ma purtroppo il numero dei malati è più alto in prossimità dei ponti. I docenti non possono andare in ferie quando vogliono, le loro vacanze corrispondono a quelle degli studenti. Possono chiedere fino a un massimo di 6 giorni durante l’anno con il permesso del preside. Questi di certo non sono dati che auspicavo di sentire». Eppure ci sono e mostrano tutte le fragilità del sistema. «Mancheranno centinaia e centinaia di docenti - prosegue il capo dell’AssoPresidi di Roma e del Lazio Mario Rusconi - ma anche collaboratori scolastici. Lanciamo un appello ai medici di famiglia nell’essere scrupolosi nel rilascio dei certificati. Se poi questa mattina arrivano altri permessi in forza della 104 i presidi non potranno fare nulla: i ragazzini non possono essere smistati in altre classi per i limiti imposti dal Covid e la situazione ricadrà solo sulle famiglie e sugli alunni che pur stando a scuola non faranno lezione».
I NUMERI
La campanella oggi torna a suonare per quasi 330 mila ragazzi iscritti alle materne, elementari e medie della Capitale mentre i contagi diminuiscono ma scendono anche i tamponi. Ieri i nuovi positivi erano 1.403 (-433 su domenica) ma aumentano i ricoveri e le terapie intensive: più 132 i primi, più 10 i posti letto occupati nelle seconde. Nella Regione Lazio molti sindaci - da Rieti a Terracina - hanno firmato ordinanze per posticipare il rientro a scuola a dopo le vacanze di Pasqua ravvisando più un problema che una vera utilità aprire i portoni per soli due giorni. «Nelle piccole comunità dove c’è anche molto trasferimento intercomunale - ha commentato il Governatore Nicola Zingaretti ai microfoni di Radio Rai 1 - alcuni sindaci hanno preso la decisione di rimandare le riaperture che non drammatizzerei: penso che sia stata fatta comunque per aiutare i territori». E in vista del 7 aprile, intanto, quando in classe dovrebbero tornare gli studenti delle superiori, la Regione ha aperto già da ieri la possibilità di eseguire gratuitamente i tamponi nei drive-in del territorio senza l’obbligo della ricetta medica per ragazzi dai 14 ai 18 anni.
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