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Positivi al Covid. Ma asintomatici: è allarme nei licei della Capitale. Una nuova emergenza che i dirigenti scolastici stanno affrontando proprio in queste settimane. Perché gli under 18 dopo aver partecipato a tornei di calcetto, a feste di compleanno, a serate in discoteca rientrano in aula contagiati e senza sintomi. «La percentuale di vaccinati è altissima ecco perché in realtà, il rischio è ancora più alto. Gli studenti lo scoprono per caso, quando vengono a sapere che un contatto stretto, fuori dalla cerchia dei compagni di scuola, è positivo. Solo a quel punto prenotano il tampone» segnala Cristina Costarelli di Assopresidi.
Una situazione complessa in piena emergenza sanitaria per la quarta ondata della pandemia: ancora ieri, secondo il bollettino regionale, i nuovi positivi sono stati 1.921 di cui 879 nella Capitale. Ed è la fascia dei giovanissimi la più colpita. Ecco perché l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, ha accelerato sul programma vaccinale pediatrico. Da oggi al via la somministrazione delle dosi nei 53 hub allestiti per gli under 12. Una corsa contro il tempo per arginare l’avanzata del virus.
LO SCREENING DI MASSA
Dunque studenti vaccinati, positivi e senza sintomi.
LE QUARANTENE
Intanto, anche in questo caso, sono i numeri a fotografare la situazione delle classi in isolamento. Secondo quanto raccolto dai 312 istituti comprensivi della città, dall’inizio della scuola, la Dad di fatto non è mai stata sospesa. Questo per assicurare il rispetto delle regole sanitarie che sono cambiate in corsa, a causa dell’andamento della pandemia. A novembre, a creare disagi e problemi di continuità didattica sono stati i rientri: gli alunni posso rientrare in aula dopo 7 giorni (per chi è vaccinato con tampone negativo), 10 giorni (per chi è vaccinato, in classe anche senza tampone), 14 giorni (senza tampone).
La modalità di rientro è a discrezione delle famiglie e del medico di famiglia ecco perché, dopo la conferma di un caso positivo in classe, sempre più spesso i piccoli rientrano alla spicciolata. Ora a questo, si sommano le nuove disposizioni sull’isolamento domiciliare in caso di positivi in classe. Le regole stabilite prevedono che la classe resti a casa dopo tre casi positivi accertai. Eppure: «Sono le Asl che decidono come procedere e ognuna stabilisce a seconda del singolo caso. Quindi dobbiamo essere pronti con la didattica a distanza in qualunque momento. Ecco perché non abbiamo centrato l’obiettivo di sospendere la didattica a distanza» conferma Valeria Sentili, vice presidente di Assopresidi.
Il Messaggero