Scuola, il triste primato della Anna Frank: all'appello mancano metà docenti

Iniziare l'anno scolastico senza la metà dei docenti previsti in organico. È quanto accaduto all'Istituto comprensivo via Cornelia 73, che riunisce due...

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Iniziare l'anno scolastico senza la metà dei docenti previsti in organico. È quanto accaduto all'Istituto comprensivo via Cornelia 73, che riunisce due plessi di scuola primaria elementare e la secondaria di primo grado (medie) Anna Frank. La situazione sta creando pesanti disagi all'attività didattica e scombussolando la vita delle circa 800 famiglie dei 1.110 alunni che vivono in zona e nei quartieri limitrofi come Boccea, Primavalle, Torrevecchia, Casalotti.


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I DISAGI
«Sui 49 insegnanti previsti per le elementari, me ne sono trovati subito 16 in meno, ai quali se ne sono aggiunti altri 3 andati in malattia», spiega il dirigente scolastico Alessio Santagati, al primo anno nella scuola di via Cornelia. Un problema difficile da gestire, anche sotto il profilo della sicurezza degli alunni, diversi dei quali portatori di handicap, che vanno tutti adeguatamente sorvegliati. Diversi docenti si sono offerti volontariamente per lavorare 30 ore settimanali a fronte delle 24 effettive. Ma non basta. «L'unica soluzione che abbiamo potuto prendere, coinvolgendo i genitori in una riunione di Consiglio d'istituto, è quella di ridurre di due ore l'orario di lezione, fissando l'uscita alle 14,30 invece delle 16,30 per l'elementare e alle 13 invece che alle 14 per la media», prosegue Santagati.
I GENITORI
Il provvedimento però non è indolore. Centinaia di famiglie hanno dovuto riprogrammare le loro giornate, facendo ricorso a ogni risorsa possibile per gestire i figli. «Abbiamo dovuto prendere una baby-sitter che ovviamente ci costa dei soldi - racconta Anna, mamma di un bambino di seconda - ma non possiamo sostenere a lungo questa situazione». Altri genitori si sono arrangiati mettendosi d'accordo tra loro per fare i turni per prendere i bambini, o ancora chiedendo permessi di lavoro per uscire in anticipo, oppure implorando familiari e amici di dare una mano. «Le famiglie hanno capito che non dipende dalla scuola - aggiunge il dirigente - ma dall'assurdo sistema messo in piedi per coprire le cattedre. Nel nostro caso poi c'è una difficoltà ulteriore: sono pochi i supplenti che accettano una destinazione come questa, periferica e lontana dalle stazioni della metropolitana. Su 15 chiamate che ho fatto lunedì, solo 5 insegnanti hanno accettato. Non è questo il modo di far funzionare le scuole, bisognerebbe eliminare il precariato, razionalizzare le graduatorie e dare ai dirigenti la facoltà di fare chiamate dirette».

Come se non bastasse, manca anche il segretario scolastico, un'assenza che costringe il preside a occuparsi anche delle pratiche amministrative, alcune delle quali, come la fatturazione per l'acquisto dei materiali, è bloccato necessitando della doppia firma. I genitori pensano anche a iniziative di protesta. «Se la situazione dovesse protrarsi - spiega Roberto Fera, presidente del Consiglio d'istituto e papà di un bimbo di quarta - manifesteremo sotto l'Ufficio regionale scolastico».
Pier Paolo Filippi
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Il Messaggero