Scontrinogate, la segretaria di Marino nei guai: «Mentì per coprirlo»

Scontrinogate, la segretaria di Marino nei guai: «Mentì per coprirlo»
Ha mentito sotto giuramento per proteggere Ignazio Marino. In pieno scandalo scontrinogate, costato all'ex primo cittadino il posto in Campidoglio, la sua collaboratrice...

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Ha mentito sotto giuramento per proteggere Ignazio Marino. In pieno scandalo scontrinogate, costato all'ex primo cittadino il posto in Campidoglio, la sua collaboratrice Claudia Cirillo ha tentato di coprirgli le spalle, dichiarando a verbale che una sera di luglio 2013 era seduta al tavolo del ristorante La Taverna degli amici con il chirurgo dem per motivi di lavoro. In realtà, Marino era a cena con la moglie e aveva saldato un conto da 120 euro con la carta del Comune. Quella menzogna si è trasformata in una beffa: mentre il medico è stato assolto dalle accuse di falso e peculato proprio in relazione ai banchetti privati pagati con denaro pubblico, la Cirillo rischia ora di finire a processo. Il pm Roberto Felici ha firmato un avviso di conclusione delle indagini a suo carico, atto che solitamente ha come conseguenza una richiesta di rinvio a giudizio. L'accusa è di false dichiarazioni al pubblico ministero. A smascherare l'ex collaboratrice, i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria, che hanno passato al setaccio i giustificativi di spesa dell'ex sindaco.


La cena in questione risale al 27 luglio 2013. Si tratta di uno dei 56 banchetti che, per la Procura, Ignazio avrebbe pagato con soldi del Comune - per 12mila e 700 euro - guadagnandosi le accuse di peculato e falso. Da queste contestazioni, il chirurgo è stato assolto in primo grado, ma la vicenda non è chiusa: la Procura punta agguerrita al processo d'appello. Nel giustificativo di spesa del 27 luglio si legge: «Banchetto offerto a rappresentante del World Health Organization». Marino, in realtà, era con una donna. I finanzieri hanno interrogato il cameriere che ha servito al tavolo dell'ex sindaco. «I due clienti avevano rapporti confidenziali», ha dichiarato il teste.

LE FOTOGRAFIE
Gli inquirenti hanno quindi mostrato al testimone 6 fotografie e gli hanno chiesto di identificare la commensale. «Escludo con certezza le numero 3, 4 e 5. Mi sembra che fosse quella della foto numero 2», la sua risposta. I finanzieri sono lapidari: «La foto 2 è di Rossana Parisen Toldin, coniuge di Marino; la numero 4 ritrae la Cirillo». Gli investigatori hanno poi ascoltato il direttore di sala del locale. «Non sembrava una cena di lavoro, ma una serata fra coniugi», ha detto l'uomo, prima di identificare pure lui la consorte del chirurgo.


Sono quindi iniziati i guai per la Cirillo. Le dichiarazioni dei ristoratori, infatti, contrastano con quanto riferito al pm dalla donna: «Il 27 luglio 2013 sono stata a cena con Marino alla Taverna degli Amici per parlare di progetti futuri». Il racconto della collaboratrice confermava la prima versione dell'ex sindaco: «Ero verosimilmente con la Cirillo». Per quel banchetto, Marino aveva ordinato una bottiglia di vino da 55 euro.

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Il Messaggero