Sciopero trasporti, il venerdì infernale dei romani: «Due ore per tornare a casa a piedi»

«Abito a piazza Bologna. Ho raggiunto il mio posto di lavoro, dietro via Arenula, a piedi. Non è passato nulla. Mai vista una roba del genere», allarga...

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«Abito a piazza Bologna. Ho raggiunto il mio posto di lavoro, dietro via Arenula, a piedi. Non è passato nulla. Mai vista una roba del genere», allarga sconsolato le braccia Tommaso M., giornalista, anche lui senza un'alternativa per arrivare al lavoro in questo venerdì di sciopero del trasporto pubblico e paralisi a Roma. La città è nella morsa del traffico, i varchi della Ztl sono stati lasciati aperti dal Campidoglio ma il traffico è impazzito ugualmente. Le strade si sono trasformate in un groviglio di auto incolonnate.

 
«Si va avanti a passo d'uomo - racconta un tassista in via Barberini - la richiesta è enorme. Non riusciamo ad accontentare tutti". Più in periferia non sono mancati incidenti e tamponamenti a complicare le cose: di mattina su via Laurentina e sulla via del Mare (dove si è aperta una voragine) e nel primo pomeriggio sul Gra tra l'Appia e la Casilina dove, in carreggiata esterna, si sono scontrati due camion. Per Mario, poliziotto di Ostia, riuscire a raggiungere la Questura centrale è stato un calvario: "Un incubo, dovrebbero pagarla il triplo una giornata di lavoro del genere. Solo per arrivare un'impresa».

Non è andata meglio a Elisabetta che da piazza San Giovanni per tornare a casa in Prati ha impiegato mezza giornata: «Dopo due ore di attesa - racconta - ho preso l'unico autobus che sarebbe passato (ho controllato su internet le previsioni di arrivo alla fermata e il nulla totale). Arrivata a Termini, ho trovato il piazzale della stazione vuoto. Me la sono fatta a piedi fino a Prati, zona Vaticano. Dalle 10,30 sono arrivata a casa alle 14».


E Marco, consigliere in XII Municipio, confessa: «Con i miei amici abbiamo sperimentato una sorta di social car. Chi si spostava in auto indicava il tragitto che doveva fare offrendo passaggi agli altri». Un venerdì infernale, anche dal punto di vista della temperatura africana. Rassegnati i turisti che hanno avuto poche alternative: attendere sotto il sole un taxi o uno dei rari bus in servizio, trascinarsi dietro trolley e valigie a piedi oppure spostarsi con i pullman turistici.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero