Scandalo affitti, il Comune: «Sfrattiamo i partiti morosi»

Scandalo affitti, il Comune: «Sfrattiamo i partiti morosi»
La lista è pronta, i canoni irrisori sono ormai arcinoti, così come le morosità arretrate. Si tratta solo di spingere il tasto «on» sullo scandalo...

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La lista è pronta, i canoni irrisori sono ormai arcinoti, così come le morosità arretrate. Si tratta solo di spingere il tasto «on» sullo scandalo Affittopoli: far partire gli sfratti. Un dossier aperto dalla giunta Marino e poi messo a fuoco dalla gestione commissariale di Francesco Paolo Tronca. Che sulle sedi dei partiti e delle associazioni ospitate negli immobili del Comune, dopo uno screening molto dettagliato, aveva preferito lasciare la pratica nelle mani del futuro sindaco (con la «a» finale in questo caso) in nome di una pax elettorale. La fase ora è superata ed ecco perché oggi è in programma un incontro tra Virginia Raggi e Valentina Vivarelli, presidente della commissione Patrimonio, per mettere a punto la strategia. «Tolleranza zero, manderemo via tutti», dicono i consiglieri di maggioranza pentastellati, desiderosi di rilanciare l'azione amministrativa, al momento abbastanza ferma, su un tema molto pop ed empatico.


GLI OBIETTIVI

La caccia grossa, perché è simbolica e a suo tempo fece molto scalpore, ha un obiettivo preciso: la sede del Pd in via dei Giubbonari. Che ha 170mila euro di debiti con il Campidoglio, il via libera del Tar allo sgombero deciso lo scorso aprile, nonostante il lavoro del commissario dem Matteo Orfini per chiudere il pregresso e rimanere negli storici locali tanto cari alla storia della sinistra romana (e italiana) dal dopo guerra a oggi. I grillini ringhiano: «Saranno i primi ad andarsene». Ma non gli unici se la linea «tolleranza zero» della Raggi promessa in campagna elettorale prenderà forma nelle prossime ore. Nel dossier lasciato da Tronca ci sono anche altri casi eclatanti. Come il canone di locazione della storica sede dell'Msi di Colle Oppio, oggi frequentata dai giovani Fratelli d'Italia: l'affitto è di 154,92 euro all'anno, meno di 13 euro al mese. Medesima cifra richiesta a Sel. Ma anche a Rifondazione comunista a Trastevere. Per le onlus invece l'ex prefetto di Milano si era già portato avanti con il lavoro aveva chiesto gli arretrati e rivisti i canoni. Ma anche in questo gli sgomberi prima delle elezioni furono pochissimi e contestati, tipo quello dei malati di Sla. Il 10 agosto scorso a decretare formalmente lo stop agli spazi sociali e culturali, è stata una mozione presentata dai consiglieri M5S Catini, Guadagno e Vivarelli che istituisce «un tavolo tecnico propedeutico alla stesura di una nuova disciplina sull'uso dei beni del patrimonio indisponibile di Roma Capitale». Nel mirino dunque rimarrebbero solo i partiti e i sindacati.

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Il Messaggero