GLI OBIETTIVI
La caccia grossa, perché è simbolica e a suo tempo fece molto scalpore, ha un obiettivo preciso: la sede del Pd in via dei Giubbonari. Che ha 170mila euro di debiti con il Campidoglio, il via libera del Tar allo sgombero deciso lo scorso aprile, nonostante il lavoro del commissario dem Matteo Orfini per chiudere il pregresso e rimanere negli storici locali tanto cari alla storia della sinistra romana (e italiana) dal dopo guerra a oggi. I grillini ringhiano: «Saranno i primi ad andarsene». Ma non gli unici se la linea «tolleranza zero» della Raggi promessa in campagna elettorale prenderà forma nelle prossime ore. Nel dossier lasciato da Tronca ci sono anche altri casi eclatanti. Come il canone di locazione della storica sede dell'Msi di Colle Oppio, oggi frequentata dai giovani Fratelli d'Italia: l'affitto è di 154,92 euro all'anno, meno di 13 euro al mese. Medesima cifra richiesta a Sel. Ma anche a Rifondazione comunista a Trastevere. Per le onlus invece l'ex prefetto di Milano si era già portato avanti con il lavoro aveva chiesto gli arretrati e rivisti i canoni. Ma anche in questo gli sgomberi prima delle elezioni furono pochissimi e contestati, tipo quello dei malati di Sla. Il 10 agosto scorso a decretare formalmente lo stop agli spazi sociali e culturali, è stata una mozione presentata dai consiglieri M5S Catini, Guadagno e Vivarelli che istituisce «un tavolo tecnico propedeutico alla stesura di una nuova disciplina sull'uso dei beni del patrimonio indisponibile di Roma Capitale». Nel mirino dunque rimarrebbero solo i partiti e i sindacati.