C'è un giallo nella terribile vicenda del pubblicitario di 43 anni di Colle del Sole, Gianluca Romagnoli, morto dissanguato nel prato di fronte casa, in via Bitti,...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
In pratica solo l'autopsia e la comparazione delle impronte dentali lasciate sull'avambraccio sinistro e sulla mano destra di Gianluca, potranno dire con certezza se sia stato proprio lui a uccidere il padrone. Tiago non rischia comunque di essere abbattuto, nel caso andrà rieducato e, con cautela, potrebbe essere dato in adozione. «Di questi segni su Tiago non so nulla - dice Isabella, la moglie di Gianluca - io ho pensato subito che fosse stato lui perché appena mi sono avvicinata a mio marito che era a terra immobile, mi ha addentato a un braccio. Magari non fosse stato! Almeno in questa tragedia avremmo una piccola consolazione». Isabella racconta che «una volta Tiago si era rivoltato contro mio figlio, mi spaventai e dissi a Gianluca di darlo via. Ma lui lo adorava quel cane. Così, nonostante lo avessimo fatto addestrare anche da piccolo, questa estate abbiamo fatto dieci lezioni di recupero comportamentale, tutti insieme, noi e i nostri due bambini. Non sono servite».
I MAREMMANI
Via Bitti è una strada di villette e abitazioni a due piani circondata dalla campagna, lungo la Prenestina, fuori dal Gra. A poche decine di metri da casa dei Romagnoli, si accede a un pratone. Sul punto dove Isabella ha trovato il corpo del marito ci sono mazzi di fiori. Venerdì con lei c'era anche il più piccolo dei due figli, di 7 anni. Uno choc. Marco, un vicino, che è accorso sul posto, indica il lenzuolo rosso portato per velare il corpo. Poi anche un bastone «forse usato da Gianluca per placare il cane» e una grossa pietra ancora insanguinata. Spiega che «l'attacco deve essere iniziato qualche metro prima» e segue con gli occhi i batuffoli di piuma del giubbino rimasti sparsi sul terriccio. «Tiago era un cane aggressivo, in molti ne avevamo paura - dice - ma nel prato pascolano delle pecore e ci sono dei maremmani pericolosi, in particolare uno enorme. Forse c'era anche un altro cane». Anche Marco ha visto i segni sul collo del Corso: «Ho pensato, però, che potessero essere quelli della bastonata». A questo punto solo l'autopsia e i rilievi scientifici potranno stabilire con certezza se il cane killer sia stato proprio Tiago. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero