Quando le vacanze estive duravano quattro mesi, stessa spiaggia stesso mare, quello di Santa Severa. Niente cellulari né Playstation, solo comitiva. Il massimo della...
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«L'idea mi è venuta per far conoscere quello che facevamo a Santa Severa, perché la nostra estate era diversa - spiega Marina Formica ideatrice del libro - Oggi ho 60 anni e mi rendo conto di come i divertimenti all'epoca avevano tutto un altro spirito, un'altra fantasia. Uno ne parla, cerca di farlo capire ai figli, ma non basta. Così la scrittura ci ha aiutato. Ho condiviso l'idea con sette amici e insieme abbiamo chiesto il contributo a tutti gli altri. I racconti autobiografici vogliono far rivivere le emozioni di una comitiva che in fondo non si è mai lasciata». L'appuntamento al mare di Santa Severa era una tappa di vita. I racconti evocano ricordi di autori che oggi hanno 70 anni e di amici più giovani sessantenni.
IL FATTORE TEMPO
La raccolta di emozioni, come la chiama Marina, seguono il fil rouge dei quattro mesi a Santa Severa, la pausa dalla scuola. «Da giugno ci trasferivamo tutti a Santa Severa, avevamo la fortuna di una seconda casa vacanze di famiglia. E qui volevamo trascorrere tutta l'estate, guai ad allontanarci, temevamo sempre di perderci qualcosa». Le gite a Tolfa a raccogliere le more, le avventure nei luoghi proibiti dai genitori, le cacce al tesoro, le olimpiadi del mare tra gli stabilimenti. E ancora, i tornei di calcetto che raccoglievano squadre da tutto il litorale, il viaggio in treno fino a Latina a vedere il mercato americano, i mercatini artigianali dove vendevano braccialetti e collanine fatte in casa. «Oggi sono cambiate le abitudine, le estati sono più corte, i ragazzi si divertono in altri modi - riflette Marina - Ma noi abbiamo festeggiato i 50 anni di amicizia, e può essere un esempio per i nostri figli».
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Il Messaggero