Le sue vacanze romane si sono infrante nella notte tra martedì e mercoledì scorsi nel buio di un androne, sopraffatta dal giovane che l'aveva seguita fino...
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L'INSEGUIMENTO
Erano le tre di notte quando la ragazza aveva quasi raggiunto il suo albergo. La straniera non si era minimamente accorta di quell'ombra dietro di lei, che è riuscita a infilarsi nell'ingresso prima che questo si chiudesse alle spalle di entrambi. La turista è stata immobilizzata, sopraffatta da quelle mani che la frugavano dappertutto, che la spogliavano. Ma nonostante il terrore ha avuto la forza di reagire. La ventenne si è messa a urlare con tutta la forza che aveva in corpo e le sue grida hanno evitato il peggio. L'aggressore, per la paura di essere scoperto, è fuggito dal portone del palazzo che ospita l'albergo, tra via Amendola e via Manin. Una corsa a piedi tra le strade che costeggiano la stazione. La ragazza ha chiesto aiuto al personale dell'hotel. Sul posto, mentre veniva soccorsa, sono intervenuti gli agenti del commissariato Viminale.
IL RICONOSCIMENTO
Gli investigatori, coordinati dalla dottoressa Giovanna Petrocca, hanno raccolto la descrizione dell'aggressore. La ragazza ancora in lacrime, nonostante lo choc, ha fornito una testimonianza estremamente particolareggiata del giovane. Gli agenti hanno organizzato una serrata battuta in tutta la zona, e dopo una manciata di minuti il presunto responsabile è stato individuato nei pressi di piazza dei Cinquecento. Il minorenne ha negato tutto, ma una volta accompagnato in commissariato, è stato poi riconosciuto dalla turista. Ieri, dopo gli ultimi accertamenti, per il 16 enne egiziano è stata emessa un'ordinanza restrittiva. Si tratta di un minore non accompagnato. Arrivato in Italia circa due anni fa, era stato già fermato in altre città del nord Italia, per piccoli reati. Sul suo curriculum criminale aveva già associato una mezza dozzina di alias al suo vero nome nel tentativo di spiazzare le forze dell'ordine sulla sua vera identità.
L'EPILOGO
Per la ragazza turca il soggiorno a Roma rimarrà segnato per sempre, anche se l'epilogo di queste sue brevi vacanze poteva essere molto più drammatico. Il minorenne arrestato è uno tra i tanti che ciondolano a ridosso della stazione Termini, in particolare nel tratto di via Giolitti che va da via Gioberti a piazza dei Cinquecento. Si tratta di ragazzini provenienti per la maggior parte dei casi dal Maghreb, arrivati in Italia dopo aver affrontato viaggi durissimi alla ricerca di un futuro migliore e che si ritrovano a vivere di espedienti. A volte come predatori, altre volte come vittime: un anno e mezzo fa una delicata indagine della polizia portò all'arresto di un ingegnere statunitense della Lockheed. L'uomo, 52 anni, aveva raggiunto la Capitale come uno di quei turisti sessuali che scelgono Paesi in via di sviluppo, alla ricerca di giovanissimi di cui abusare in cambio di poche decine di euro. I minorenni finiti nelle sue grinfie furono oltre venti nel giro di poche settimane. Come base aveva scelto un bed and breakfast della zona, tra i ragazzini era conosciuto come l'inglese. Una delle sue vittime, un 14enne, agli investigatori aveva confessato: «Ci vado, mi paga. Non mi piace, ma non ho molte alternative, non posso morire di fame».
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Il Messaggero