Non esce dal carcere, Massimo Galioto, il senzatetto di 41 anni accusato di avere spinto nel Tevere lo studente americano Beau Solomon, poi annegato. Il Tribunale del Riesame ha...
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IL VIDEO
In un video agli atti dell'inchiesta, infatti, si vede l'americano discutere con un uomo, che gli inquirenti identificano in Galioto. Dai fotogrammi si distingue l'aggressore afferrare una pietra e tirarla contro la vittima che, dopo una spinta, perde l'equilibrio e cade nel fiume. Il clochard, invece di soccorrere Solomon, lo avrebbe guardato per qualche secondo e sarebbe poi tornato nella tenda che condivideva con la fidanzata, Alessia Pennacchioli, considerata dagli investigatori una testimone chiave. La donna, infatti, dopo aver mentito in un primo momento per coprire il compagno, ha dichiarato di aver visto Galioto spingere Solomon e lanciargli un sasso. L'indagato si è sempre dichiarato innocente. Tramite il suo difensore, l'avvocato Michele Vincelli, ha fatto sapere di essere stato incastrato. In settimana si farà interrogare e racconterà la sua versione.
I fatti risalgono a tre settimane fa. E' la notte tra il primo e il 2 luglio. Beau, 19 anni, sta trascorrendo la prima serata nella Capitale. E' arrivato a Roma dal Wisconsin per studiare alla John Cabot University. E' l'una quando i compagni di corso lo perdono di vista tra i vicoli di Trastevere. Alle 2,40 cinque testimoni chiamano la polizia: lavorano in un locale sulla riva del fiume, hanno sentito un uomo che dalla sponda opposta gridava: «Ti ammazzo!». Hanno anche visto un ragazzo cadere in acqua.
Gli agenti raggiungono l'accampamento, trovano Galioto con la compagna. La Procura acquisisce le immagini delle telecamere di sorveglianza. Si vede il ragazzo circondato dai punkabbestia uno dei quali lo spinge, raccoglie una cosa da terra e gliela lancia. Beau viene anche avvicinato da un cane, perde l'equilibro e cade. Il 4 luglio i sommozzatori trovano il cadavere del diciannovenne.
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Il Messaggero