Roma, trattenevano i soldi delle tasse per occupazione suolo: impiegate comunali nei guai

Roma, trattenevano i soldi delle tasse per occupazione suolo: impiegate comunali nei guai
«Non si preoccupi, può lasciare i soldi a noi». All'apparenza sembravano due impiegate modello, pronte a farsi carico delle file allo sportello della banca...

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«Non si preoccupi, può lasciare i soldi a noi». All'apparenza sembravano due impiegate modello, pronte a farsi carico delle file allo sportello della banca al posto dei cittadini del secondo municipio che dovevano versare all'amministrazione il canone per l'occupazione suolo pubblico. Peccato che quei soldi, invece di andare nella tesoreria del Comune di Roma, finissero nelle tasche delle due donne, due dipendenti dell'ufficio tecnico del municipio di via Nomentana 423, una 67enne e una 64enne, ora sotto processo per concorso in truffa, per aver sottratto circa 18mila a dieci cittadini fra il gennaio e l'aprile del 2013.


«La banca sta per chiudere. Ci pensiamo noi», gentili e cortesi, le due impiegate si facevano lasciare la somma da versare per il canone di occupazione del suolo pubblico. Poi rilasciavano dei certificati falsi ai pagatori, totalmente all'oscuro del raggiro. Il piano, ben congegnato, prevedeva diversi step. Secondo l'accusa, rappresentata nell'udienza di ieri dal vice procuratore Gianluca Mazzei le due impiegate dell'ufficio tecnico dapprima si proponevano quali «intermediarie a titolo di cortesia». Poi, dopo aver messo le mani sui soldi, consegnavano ai cittadini «una reversale priva del relativo timbro dell'ufficio cassa - come si legge nel capo d'imputazione - per poi sostituirla con un'altra contraffatta recante il timbro di Unicredit Banca (con dicitura pagato e incassato) e una falsa sottoscrizione del cassiere della stessa filiale».

IL RAGGIRO

E dopo le false ricevute di pagamento arrivavano anche i permessi taroccati. Le dipendenti comunali, infatti, «al momento di consegnare il certificato di concessione per occupazione provvisoria di suolo pubblico contraffatto, apponevano il timbro pagato e o incassato sulla reversale di pagamento, nonché falsificavano la firma del direttore dell'ufficio tecnico del municipio Paolo Cafaggi sul medesimo certificato». Tanto che nel giro di pochi mesi, a cadere nella trappola sono stati almeno dieci cittadini, alcuni dei quali, come il responsabile di un condominio di via Monterotondo, avevano affidato alle due nel giro di pochi giorni oltre 5mila euro. Credevano di aver trovato finalmente una burocrazia a misura d'uomo, vicina alle esigenze della cittadinanza, ma la realtà era ben diversa.

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Il Messaggero