Allerta terrorismo a Roma, rafforzata la sicurezza dal Colosseo al ghetto

Allerta terrorismo a Roma, rafforzata la sicurezza dal Colosseo al ghetto
Allerta massima a Roma dopo gli attacchi terroristici di Parigi e le informazioni arrivate dall' intelligence Usa su un possibile attentato nella Capitale e in particolare sul...

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Allerta massima a Roma dopo gli attacchi terroristici di Parigi e le informazioni arrivate dall' intelligence Usa su un possibile attentato nella Capitale e in particolare sul Vaticano come probabile obiettivo dell'Isis. In serata in una riunione con le forze dell'ordine il prefetto Giuseppe Pecoraro ha deciso di rafforzare ulteriormente la sicurezza degli obiettivi sensibili, mettendo in campo più uomini se necessario.




Tra questi: Colosseo, San Pietro, Castel Sant'Angelo, Vaticano, piazza Navona, Sinagoga e tutto il quartiere ebraico. Secondo quanto si è appreso, a essere sorvegliati da «particolari dispositivi di vigilanza» di carabinieri, polizia e guardia di finanza anche il Pantheon, i Fori Imperiali, piazza Venezia e piazza Farnese. In particolare, al Ghetto e davanti alla scuola ebraica sono scattati già nelle ore precedenti controlli agli ingressi, sbarrati con transenne, e il divieto di accesso in auto al quartiere ebraico tranne per i residenti e per servizi specifici come il carico e scarico merci.



A presidiare le strade interne anche pattuglie dinamiche dei carabinieri. Incrementata inoltre la vigilanza attorno alla scuola ebraica.
«I servizi sono stati rimodulati e potenziati davanti a tutti gli obiettivi sensibili - ha detto stamattina il capo della Digos di Roma, Diego Parente - li abbiamo presi in considerazione tutti. Roma ne è piena». Tra questi ambasciate, monumenti, luoghi culto e redazioni di giornali e tv. Dagli ambienti investigativi della Capitale non arriva per ora nessuna conferma di una specifica minaccia nei confronti di Roma e del Vaticano.



«Non c'è al momento nessun riscontro sulle minacce - ha sottolineato Parente - ma l'allerta è massima». Il capo della Digos ha sottolineato che: «In Vaticano il servizio era già cospicuo e sostanzioso. Adesso è stato rivisto come tutto il sistema di sicurezza della città». Una posizione confermata anche dal ministro dell'Interno Angelino Alfano. «Abbiamo fatto ulteriori verifiche e a noi non risulta» ha detto oggi, anche se «il Vaticano è stato più volte citato dall'autoproclamato Califfo dell'Isis e sono apparse immagini con la bandiera nera sul Cupolone». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero