Coronavirus, file nei supermercati anche a Roma: caccia a cibi in scatola e disinfettanti

Chi ancora non ha fatto scorte si guarda intorno e si chi chiede se ha davvero ragione lui. Da ieri anche a Roma nei supermercati è scattata la caccia ai rifornimenti. Gli...

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Chi ancora non ha fatto scorte si guarda intorno e si chi chiede se ha davvero ragione lui. Da ieri anche a Roma nei supermercati è scattata la caccia ai rifornimenti. Gli scaffali di alcune catene fanno impressione: quasi vuoti, come se un'apocalisse della cui identità ancora non si conosce la portata, fosse vicina.


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Vuoti o semivuoti gli scaffali della pasta, dei legumi, del tonno, del sale e dello zucchero. Nei carrelli anche scorte di passate di pomodoro, farina, casse di acqua, lattea a lunga conservazione, prodotti surgelati. «Terminati», ripetono gli operatori molti dei quali da ieri indossano guanti azzurri sia per servire sia alle casse.
 
Quanto ai disinfettanti, rincari o meno, sono quasi tutti finiti. «Ogni giorno li riordiniamo». Amuchina, ma anche alcol, candeggina, salviettine, sgrassanti, tutto quel che serve per pulire la pelle e le superfici, è improvvisamente ricercato più dell'oro. Molti presi dal timore di non trovarli ne fanno incetta, non avendo chiaro quanto durerà questa emergenza. Altri preferiscono fare la spesona, per evitare contatti con l'esterno, per stare alla larga poi così dai luoghi pubblici e non rischiare di avvicinare possibili infetti. Anche per paura che tutto posso peggiorare, non possano uscire di casa, non si trovino più alcuni prodotti. Da qui l'impennata delle vendite.

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GLI OPERATORI
Da qui una psicosi collettiva che non risparmia gli operatori. «Vado spesso a lavarmi le mani, non posso mettere la mascherina ma io ho paura», confida chi è a contatto con il pubblico. In un noto mega store di prodotti per la casa i flaconi di Amuchina per le mani di varie misure sono di nuovo finiti, la cassiera indica lo scaffale sempre vuoto, in cassa intanto c'è chi sta scaricando tutta una serie di prodotti ad hoc: candeggina, amuchina per la casa, salviette multiuso igienizzanti di napisan, altre di lysoform sempre per pulire superfici varie. Saponi liquidi, in gel, varie profumazioni. «Ma sono tutti per casa?», la domanda sorge spontanea.
 

«Nono, queste sono le scorte per il lavoro - spiega l'avvocato Filippo Leone con studio a San Giovanni e ai Castelli - perché la gente non viene più a studio, opppure si siede e mi dice: avvocà, posso pulire la sedia, il corrimano? E si mettono a farlo».

Intanto qualcuno ha pensato bene di alzare i prezzi dei prodotti, ma per fortuna anche via social il passaparola funziona: «Non andate lì che hanno triplicato i prezzi, ma vi consiglio un'altra farmacia....».

MANI PULITE

Anche nei Municipi, chi agli sportelli ha a che fare con il pubblico ha cominciato a prendere delle misure di sicurezza, da ieri fuori al VI si sono viste le prime mascherine. Scambi di mano? Sempre meno, ai colloqui in questi giorni a scuola ci si scambiano grandi sguardi di stima, poche docenti allungano il braccio e chi lo fa sembra quasi fiera del suo gesto. Tutto sta cambiando nel giro di pochi giorni. Abitudini, attenzioni, gesti. Quel che si può evitare o rimandare viene posticipato. E le mani, quelle, non sono mai state così pulite. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero