Coronavirus, rientrati gli italiani respinti a Mauritius: «Segregati sull'aereo»

Racconti tragici di una vacanza mai iniziata. «A mezzanotte Mauritius ha chiuso le frontiere. Quando siamo arrivati ci hanno chiesto da dove venivano e una quarantina...

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Racconti tragici di una vacanza mai iniziata. «A mezzanotte Mauritius ha chiuso le frontiere. Quando siamo arrivati ci hanno chiesto da dove venivano e una quarantina compresi pilota e assistente di volo sono stati invitati a rimanere sull'aereo. Non potevamo aprire il finestrino, neanche andare al bagno. Segregati» racconta Francesca Rossi, tra i passeggeri respinti perché considerati possibili diffusori di coronavirus


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E Massimo Marinone anche lui non dimenticherà questo suo viaggio
«per i miei 60 anni». I pianti delle bambine, gli altri passeggeri con le mascherine, alcuni che non sono più voluti risalire e hanno cambiato compagnia.
 
Non hanno visto le palme, il mare cristallino, la barriera corallina. Respinti e rimandati in Italia. Sbarco vietato, ha decretato Mauritius per i 40 passeggeri lombardi e veneti che stanotte sono tornati a Roma. L' alternativa era una quarantena di almeno 14 giorni nell'ospedale dell'isola. La vacanza tanto sognata è saltata. Eppure non avevano e non hanno ancora nessun sintomo. Vengono però da due zone rosse, dove alcuni paesi sono in quarantena. 

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E il paradosso è che hanno viaggiato con altri passeggeri Italiani che ritornavano dalla vacanza. Una gestione quantomeno singolare dei passeggeri, sbloccatasi comunque solo grazie all'intervento della Farnesina.
Facile identificarli. Niente abbronzatura solo tanta rabbia. Quasi tutti dopo aver pernottato a Roma domattina partiranno per il Nord. Alcuni resteranno nella Capitale.

 

Ma fino a ieri alle due ancora non sapevano dove avrebbero pernottato.  Non vedono l'ora di tornare al nord, a casa, via social hanno letto della quarantena dei focolai dei paesi isolati. La  maggior parte è di Milano e pensa che si sia troppo montato un caso. Non hanno paura. Solo tanta delusione per un viaggio sfumato e per le scarse informazioni e aiuti ricevuti dalle istituzioni. A mezzanotte e 45, dopo 30 ore sono atterrati. L'incubo per loro era finito. Hanno solo voglia di tornare domattina a casa.
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