Sotto accusa le strisce pedonali della Capitale, troppo spesso sbiadite. Nuovo esposto del Codacons a Corte dei Conti e Procura di Roma. Nel corso del 2018 sono stati uccisi...
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Nel dettaglio dalla perizia commissionata dal Codacons emergerebbe anche che «la luminanza retroriflessa della vernice usata per il rifacimento delle strisce pedonali prese ad esame (ossia la luminosità di un segnale orizzontale come viene percepita dai conducenti degli autoveicoli in condizioni di illuminazione con i proiettori dei propri veicoli) registra valori inferiori rispetto ai requisiti di legge. Il sospetto è che sulle zebre non sia stata eseguita la seconda verniciatura con microsfere di vetro, così come prevede espressamente il contratto d'appalto ottenuto dal Codacons con apposita istanza d'accesso». E il Codacons, da questa analisi di una striscia pedonale, se la prende anche con il mancato controllo del Comune. Scrive ancora: «Il capitolato speciale d'appalto prevede che la ditta che esegue i lavori garantisce la tenuta delle strisce pedonali per sei mesi. Se si scoloriscono o sono usurate, la ditta appaltatrice deve rifarle. Se i lavori sono eseguiti male, il Comune ha il diritto di sospendere i pagamenti per inadempienza». Il comune - secondo il Codacons - non farebbe i dovuti controlli, pagando così anche le ditte che lavorano male. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero