L'estate sta finendo, come cantavano i Righeira, e la spiaggia di Roma ancora non c'è. Di estiva, per ora, c'è solo quest'aria da tormentone:...
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NIENTE PISCINE
Ma il gran giorno di «Tiberis» - così è stato pomposamente battezzato questo lembo fangoso del fiume - alla fine dovrebbe essere oggi. La sindaca ieri si è sbilanciata: «La spiaggia apre. Come avviene a Parigi e in altre capitali europee, anche a Roma si potrà prendere il sole sulle rive del fiume». Di tuffi non se ne parla, quelli sono appannaggio dei topi, per gli umani vige invece il divieto di balneazione, tanto che lungo l'argine sono state posizionate strategicamente ciambelle gonfiabili, in caso servissero a qualche sventurato caduto in acqua. La spiaggia sarà aperta ai bagnanti-senza-bagni dalle otto di mattina alle otto di sera, «fino a settembre». I vigili urbani saranno di guardia per assicurarsi che i rom appena sgomberati da sotto il ponte non tornino, approfittando del restyling pagato dal Comune, con tanto di querce da sughero, bambù, ulivi, alloro e palme nane, oltre a due campetti sportivi tra l'erba sintetica. «È un bellissimo scenario naturalistico immerso nel verde», ha detto l'assessora all'Ambiente, Pinuccia Montanari, fedelissima di Grillo, «sarà una vera e propria spiaggia nel cuore della Capitale». Anche se nelle «vere e proprie spiagge», di solito, ci si può tuffare. Qui invece non c'è neanche una piscinetta, una vasca per idromassaggi, solo docce, per sciacquettarsi al volo, dopo una partita di beach volley.
BETONIERE IN AZIONE
Il quadro d'insieme, fino a ieri, non si è potuto apprezzare. Gli operai hanno lavorato fino all'imbrunire e anche sotto la pioggia, pur di recuperare tempo prezioso. La betoniera è stata in azione fino a tardi per miscelare e impastare il calcestruzzo, così come il camion che ha scaricato sabbia e terriccio. La spiaggia dei romani, come recitano i banner appiccicati lungo Ponte Marconi, era coperta dai teli verdi, col risultato che tutta la zona, più che ispirare relax, assomigliava ancora a un cantiere. E difatti sotto un'arcata del ponte, appena scavalcata la rete metallica, ecco gli scarti dei muratori, pedane in pallet, reti di metallo, sacchetti di sabbia da far sparire - con tutta probabilità - prima dell'arrivo dei primi bagnanti. «Veloce, veloce!», strillava ancora alle otto di sera il capocantiere, dettando i tempi agli operai che riassettavano cordoli e dossi. E dato che siamo in estate, c'è anche un piccolo giallo: la sabbia da dove viene? Alcune associazioni di Ostia vorrebbero «accertamenti» sulla provenienza dei granelli: si tratta di sabbia di fiume, si chiedono, o di mare? E in questo caso, da dove è stata prelevata? Da Municipio, fino a ieri, nessuna risposta. Dal Comune intanto fanno sapere che da qui si potrà prendere il battello e navigare fino a Ostia antica, un po' come la Senna, «come Parigi», appunto. Ma occhio ai topi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero