Roma, gli Special Olimpics celebrano 40 anni di sport e inclusione

I festeggiamenti nella Sala Autorità della Tribuna Monte Mario, allo stadio Olimpico, insieme a diversi rappresentanti delle istituzioni, del mondo della tv e spettacolo

Foto di Viola Damiani
Lo sport inteso non solamente come attività ludica, ma anche come strumento educativo ed inclusivo. Lo sanno bene i giovani atleti e leader del movimento Special Olympics...

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Lo sport inteso non solamente come attività ludica, ma anche come strumento educativo ed inclusivo. Lo sanno bene i giovani atleti e leader del movimento Special Olympics che ha compiuto ben 40 anni. I festeggiamenti in una cornice importante: negli spazi della Sala Autorità della tribuna Monte Mario, allo stadio Olimpico. Presenti diversi rappresentanti del mondo della politica, i testimonial, partner di Special Olympics e volti noti dello spettacolo e della televisione. 

Una celebrazione importante dove i giovani atleti hanno voluto nuovamente lanciare un messaggio di forza, determinazione e di valorizzazione dello sport come veicolo di coesione sociale in grado di mettere in risalto il talento delle persone con disabilità intellettiva e abbattere il muro dell’indifferenza e del pregiudizio. “Grazie a Special Olympics ho viaggiato l’Italia, il mondo ed ho una vita piena di amici”, sono state le parole di Veronica Paccagnella - giovane atleta - che ha aperto la serata dei festeggiamenti. Veronica ha 21 anni ed un grande talento per la ginnastica artistica. Nel 2019, ad Abu Dhabi, ha gareggiato ai Giochi Mondiali di Special Olympics ottenendo un grande risultato: ben quattro medaglie. Tre bronzi nel corpo libero, all around e nella trave. Un’altra - d’argento - nel volteggio. “Faccio sport, tanto, perché mi ha fatto crescere e credere in me stessa”, aveva dichiarato al Messaggero lo scorso Dicembre, nel corso dell’incontro a Montecitorio. 

Quarant’anni fa era impensabile, per coloro affetti da deficit cognitivi, essere inclusi nella società. Bambini, uomini e donne isolati da ogni attività sportiva. Era il 1968, quando negli Stati Uniti, si disputarono gli Special Olympics e questo fu possibile grazie alla volontà di Eunice Kennedy Shriver, sorella di John Fitzgerald Kennedy. Entrambi erano fratelli di Rosemary, nata con una forma di disabilità intellettiva. La preoccupazione per Rosemary portò sua sorella Eunice a voler aiutare tutti coloro colpiti da una difficoltà intellettiva.  Ragazzi con  talento e molte potenzialità. Enunice comprese l'importanza dello sport per coinvolgere i giovani atleti in un percorso di crescita e di integrazione. E così, nel 1962, invitò tutti i ragazzi con disabilità a partecipare ad un incontro nel cortile della sua abitazione. IL”Camp Shriver” ebbe un notevole successo e nel 1968 - a Chicago - si inaugurano i primi giochi internazionali Special Olympics.

“Tutti possiamo e dobbiamo fare qualcosa. Io incontrai Eunice Kennedy Shriver, la nostra fondatrice, nel 2003 e alla sua richiesta sul perchè non sentirsi in dover di aiutare Special Olympics,  mi suggestionai  al punto di impegnarmi subito nel supportare, in Italia, un Movimento che ha milioni di qualità positive”, ha dichiarato Angelo Moratti, Presidente di Special Olympics Italia. 

"Buon compleanno, Special Olimpics. Ed è solo l'inizio."

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Il Messaggero