«Mi chiamo Federico Lobuono, sono nato a Lecce, ho venti anni e voglio fare il sindaco di Roma». Da grande? Macché, adesso, subito. Alle prossime elezioni...
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Eccolo il primo sfidante della sindaca Raggi, lo sostiene un team di giovanissimi, tutti sotto i 25 anni. “La Giovane Roma”, il nome della lista civica con il logo della Lupa. «Abbiamo deciso di lanciarci in questa sfida, sappiamo che è difficile ma siamo convinti che sia una scelta coraggiosa. Dobbiamo ridare voce ai giovani e rompere una volta per tutte questa retorica dannosa per cui forse, un giorno, arriverà il nostro momento». Il momento è adesso, sostiene Federico, il più giovane candidato di sempre a sindaco. Studente di Scienze della Comunicazione alla Sapienza, Federico vive a Roma dal 2015, prima al Pigneto e ora a Monti. Ha lanciato l’associazione “Pischelli in Cammino”, ha fondato due startup, una nell’ambito della comunicazione e l’altra nel settore editoriale e ha lavorato come consulente strategico per aziende, gruppi media e politici, è stato selezionato dalla redazione del The Post Internazionale come uno dei 20 giovani più promettenti d’Italia. «Credo nella politica, nei giovani e in chi è riuscito a farsi da solo».
E dunque, si parte.
Ecco i dieci temi del programma: Cultura e Turismo, Trasporti, Mobilità e Viabilità, Ambiente, Rifiuti e Decoro, Legalità, Trasparenza e Sicurezza, Scuola e Università, Smart City e SID (Sburocratizzazione, Innovazione e Digitalizzazione), Sport e Politiche Giovanili, Periferie e Politiche sociali, Urbanistica e Città Aperta, infine Partecipazione e Cittadinanza Attiva. «Vogliamo lavorare per trasformare Roma in una Capitale europea, che nulla ha da invidiare alle città del Nord. Una città che investe tempo, energie e risorse su cultura e turismo, in cui si mettano al centro i giovani, l’Università e la formazione. Una città che diventa avanguardia dal punto di vista digitale, innovativo e delle start up, in cui la parola crescita fa rima con sostenibilità, in cui le imprese investono e non delocalizzano. Una città in cui non si rischia la vita se si prende un autobus, in cui l’ingresso dei parchi è accessibile e non bloccato dagli alberi caduti. Una Capitale in cui si possa tornare a parlare di presente e futuro, da cui non si è obbligati a scappare per cercare lavoro e fortuna. Una Roma in cui centro e periferia sono un tutt’uno, in cui non esiste dispersione scolastica, dove tutti hanno una casa e nessuno è obbligato a vivere per strada. Una Roma all’altezza del suo nome, che sappia nobilitare la passione e sentimento dei suoi cittadini attraverso la crescita e lo sviluppo». Tutta un'altra Roma.
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Il Messaggero