Roma, «ho 20 anni e mi candido a sindaco»: Federico Lobuono sfida Virginia Raggi

Roma, «ho 20anni e mi candido a sindaco»: Federico Lobuono il primo sfidante della Raggi
di Maria Lombardi
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Sabato 26 Settembre 2020, 12:58 - Ultimo aggiornamento: 13:13

«Mi chiamo Federico Lobuono, sono nato a Lecce, ho venti anni e voglio fare il sindaco di Roma». Da grande? Macché, adesso, subito. Alle prossime elezioni comunali.  Perché aspettare il futuro, «vogliamo essere il presente». Cambiare questa città che non ha più appeal per i giovani, farne finalmente «una Capitale europea», autobus che non vanno a fuoco, parchi curati e strade pulite, università d'eccellenza, innovazione, start up. E mettere fine a questa decadenza.

Eccolo il primo sfidante della sindaca Raggi, lo sostiene un team di giovanissimi, tutti sotto i 25 anni. “La Giovane Roma”, il nome della lista civica con il logo della Lupa. «Abbiamo deciso di lanciarci in questa sfida, sappiamo che è difficile ma siamo convinti che sia una scelta coraggiosa. Dobbiamo ridare voce ai giovani e rompere una volta per tutte questa retorica dannosa per cui forse, un giorno, arriverà il nostro momento». Il momento è adesso, sostiene Federico, il più giovane candidato di sempre a sindaco. Studente di Scienze della Comunicazione alla Sapienza, Federico vive a Roma dal 2015, prima al Pigneto e ora a Monti. Ha lanciato l’associazione “Pischelli in Cammino”, ha fondato due startup, una nell’ambito della comunicazione e l’altra nel settore editoriale e ha lavorato come consulente strategico per aziende, gruppi media e politici, è stato selezionato  dalla redazione del The Post Internazionale come uno dei 20 giovani più promettenti d’Italia.  «Credo nella politica, nei giovani e in chi è riuscito a farsi da solo»

E dunque, si parte. Con un video 
«realizzato da noi», che è già un programma: immagini in bianco e nero della Roma degli ultimi anni, tra topi, monnezza, roghi di bus, alberi caduti e i soliti disastri capitali, e poi lo stacco sul colore, la Roma della grande bellezza, era ieri e sembra lontanissima. La colonna sonora del video è di un giovane compositore romano di vent’anni, Marco Cutini, entrato a far parte dello staff i primi giorni di settembre.  Si parte con il programma, «abbiamo studiato, coinvolto esperti, chiesto consigli e cercato altri coetanei disposti a seguirci in questa avventura», spiega Lobuono.





Ecco i dieci temi del programma: Cultura e Turismo, Trasporti, Mobilità e Viabilità, Ambiente, Rifiuti e Decoro, Legalità, Trasparenza e Sicurezza, Scuola e Università, Smart City e SID (Sburocratizzazione, Innovazione e Digitalizzazione), Sport e Politiche Giovanili, Periferie e Politiche sociali, Urbanistica e Città Aperta, infine Partecipazione e Cittadinanza Attiva. «Vogliamo lavorare per trasformare Roma in una Capitale europea, che nulla ha da invidiare alle città del Nord. Una città che investe tempo, energie e risorse su cultura e turismo, in cui si mettano al centro i giovani, l’Università e la formazione. Una città che diventa avanguardia dal punto di vista digitale, innovativo e delle start up, in cui la parola crescita fa rima con sostenibilità, in cui le imprese investono e non delocalizzano. Una città in cui non si rischia la vita se si prende un autobus, in cui l’ingresso dei parchi è accessibile e non bloccato dagli alberi caduti. Una Capitale in cui si possa tornare a parlare di presente e futuro, da cui non si è obbligati a scappare per cercare lavoro e fortuna. Una Roma in cui centro e periferia sono un tutt’uno, in cui non esiste dispersione scolastica, dove tutti hanno una casa e nessuno è obbligato a vivere per strada. Una Roma all’altezza del suo nome, che sappia nobilitare la passione e sentimento dei suoi cittadini attraverso la crescita e lo sviluppo». Tutta un'altra Roma.  




 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Siamo il Futuro, vogliamo il Presente. A 15 anni sono andato via da Bari - mi ci trovavo bene - ma l’Italia ha il cuore a Roma e la testa a Milano. Ho fatto una scelta. Ho preferito la Città Eterna. Sono 5 anni che vivo qui e sto alla grande, grazie soprattutto ai romani che mi hanno accolto come un figlio e di questo non posso che esserne grato. Negli ultimi anni mi sono accadute molto cose. Ho cominciato a partecipare attivamente alla vita politica del Paese, battendomi spesso al fianco dei suoi principali protagonisti. Ho continuato a studiare, a lavorare e in contemporanea ad approfondire la conoscenza di Roma, osservando le sue meraviglie e vivendo tutte le sue contraddizioni. In questi mesi mi sono chiesto più volte cosa potessi fare in prima persona per Roma. La risposta è stata avere visione. Provare ad immaginare tutto ciò che è indispensabile per vivere in una grande Capitale. Credo fortemente che uno dei principali problemi di Roma sia il fatto che la politica non abbia una prospettiva, ma cerchi sempre il consenso immediato senza curarsi del futuro delle persone. Ho deciso di lanciarmi in una nuova incredibile sfida: mi candido sindaco di Roma. Non è un gioco, non sto scherzando. Non sono mai stato così serio e convinto di una mia scelta. A chi storce il naso, giudicandomi per i miei 20anni, rispondo che sono stati gli adulti a ridurre Roma in queste condizioni. Affronterò questa bellissima sfida insieme a tante ragazze e tanti ragazzi, tutti under 25, che come me si preparano ad affrontare il domani, impegnandosi tra studio, lavoro e passioni. Giovani donne e giovani uomini che hanno il desiderio e la volontà di partecipare alla costruzione di una città diversa, migliore, all’avanguardia rispetto a quella in cui vivono. Sappiamo che è difficile, ma siamo convinti che sia una presa di posizione coraggiosa. Dobbiamo ridare voce ai giovani e rompere una volta per tutte questa retorica dannosa per cui forse, un giorno, arriverà il nostro momento. No, non è così. Noi siamo il futuro, è vero, ma vogliamo incidere sul presente.

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