«La preoccupazione, è inutile negarlo, c’è. I temi sono tanti, sarei sciocco a non essere preoccupato», dice il direttore dell’Ufficio...
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«Le condizioni di sicurezza sono l’ormai famoso metro di distanza, l’uso delle mascherine e lo scaglionamento alle entrate e alle uscite per evitare gli assembramenti», prosegue Pinneri. Il nodo critico «resta il metro di distanza e in alcune scuole c’è una situazione di maggiore difficoltà».
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Come fare allora dal momento che moltissime classi dovranno essere sdoppiate ma gli edifici sono sempre gli stessi? «Ho preso già contatti con l’Esercito - prosegue il direttore dell’Usr Lazio - perché Esercito, Marina, Areonatica hanno spazi importanti nella città che vengono già usati e alcuni possono essere liberati. Anche in questo caso, però, dovranno essere organizzati per l’utilizzo didattico. L’ex camerata di una caserma, ad esempio, ha bisogno di interventi ma è sicuramente un aiuto e la provincia mi ha già detto che è pronta, anche grazie alle risorse che saranno finanziate dal governo, a dare una mano per l’acquisto di quelle soluzioni temporanee: dalle tramezzature mobili ad esempio ai banchi».
I CENTRI
A quali strutture militari si sta guardando? Ci sono alcune situazioni che potrebbero già servire alla causa. «Sulla Tiburtina ad esempio la Caserma Ruffo ha degli spazi che potrebbero servire - prosegue Pinneri - ovviamente bisognerà pensare a una collaborazione a un protocollo, ma sono procedure burocratiche che ci impegneremo ad eseguire». Ancora: valida l’ipotesi di chiedere spazi al centro militare di via Dalmata (quartiere Prati) così «come alla cittadella della Cecchignola o alla zona militare di Pratica di Mare», per servire una parte importante del quadrante a sud di Roma e del suo hinterland. Insieme a quest’ipotesi si lavorerà poi su più fronti. «A seguito dei tavoli che abbiamo già avviato da oltre un mese con tutti i soggetti e gli enti preposti, a inizio settimana - aggiunge ancora il direttore dell’Ufficio scolastico regionale - dopo un altro tavolo con le organizzazioni sindacali farò una riunione con tutti i presidi del Lazio a cui sottoporrò un questionario per il monitoraggio delle scuole perché non basta l’anagrafe dell’edilizia che ci dice quanto ampio è un istituto e sulla base delle risultanze inizieremo delle conferenze bilaterali con gli istituti che segnaleranno delle difficoltà».
Il monitoraggio, in sostanza, servirà a calcolare con precisione gli spazi che mancano ma anche a capire quanti altri docenti serviranno. Alcuni edifici, già è noto, sono impossibilitati a ospitare gli studenti e a garantire le distanze, altri (ma la quota è decisamente inferiore) hanno degli ambienti inutilizzati. Si provvederà a ricalcolare le occupazioni. «Ma questo potrebbe non bastare», analizza Pinneri. Motivo per cui si avvierà un altro “step” con Città Metropolitana e Campidoglio «dotare le scuole laddove possibile - prosegue il direttore dell’Usr Lazio - di tensostrutture e prefabbricati in presenza di spazi esterni da poter sfruttare». Soluzioni più adatte alle scuole di infanzia, elementari e medie per le quali si tende ad escludere l’ipotesi “doppio turno” al pomeriggio: «Devasteremmo l’organizzazione delle famiglie romane», conclude Pinneri. In questo caso più facile ripensare a una rimodulazione della didattica interna.
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Il Messaggero