Oltre alle ordinanze, alle mozioni in consiglio comunale, all’ombra del commissariamento, allo scontro epocale tra Regione governata dal centrosinistra e Roma Capitale...
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E potrebbe portare a uno scenario differente da quello ipotizzato inizialmente che vedeva Zingaretti, in risposta all’immobilismo della Raggi, commissariare Roma Capitale sui rifiuti. Ama, affidata a Zaghis, meno integralista dei suoi predecessori, va verso la realizzazione della discarica a Tragliatella, nel XIV Municipio, a nord di Roma, in una delle quattro cave indicate dalla relazione della commissione formata dai tecnici di Regione, della Città metropolitana e da Roma Capitale (dunque dall’ente guidato da Virginia Raggi).
Il Movimento 5 Stelle del Campidoglio, dopo i fuochi artificiali e le spaccature di queste ore, asseconderebbe questo epilogo. La Regione, in attesa della realizzazione della discarica, accetterebbe che in uno dei sette impianti per inerti o altri tipi di rifiuti già esistenti (anche questa lista è contenuta nella relazione) si realizzi un centro di stoccaggio temporaneo. In sintesi: il punto di mediazione porterebbe subito al centro di stoccaggio a Falcognana (e se serve in uno degli altri impianti) che funzionerebbe per un periodo limitato, Ama intanto avvia l’impianto a Tragliatella. In alternativa, le cave esistenti elencate nella relazione e dunque possibili sede di discarica sono tutte nell’XI Municipio, vicino a Malagrotta: Lumacaro, Quartaccio e Prati Fioriti.
Questi scenari hanno preso forza anche per il dialogo che continua tra la parte tecnica dei vari enti (Flaminia Tosini della Regione e Laura D’Aprile per Roma Capitale in particolare). A chiudere il quadro e a mettere in sicurezza il sistema (per quanto possa esserlo a Roma) si aggiungerebbero l’accordo con Abruzzo, Sardegna, il contratto che Ama sta siglando con Hera e il bando per portare i rifiuti all’estero. Questa mattina, con i termini concessi alla Raggi dall’ordinanza scaduti, non scatterà il commissariamento? Non ci sarà un automatismo, sempre per quel filo che ancora non si è spezzato. Un dato: Virginia Raggi non ha presentato ricorso al Tar contro l’ordinanza come invece le ha chiesto una mozione votata in consiglio comunale dalla maggioranza (e la dirigente D’Aprile faticherebbe a firmarlo visto che ha condiviso i lavori della commissione).
Inoltre, due dichiarazioni sono significative.
Il Messaggero