Roma, ricercatori universitari scassinano tre auto e rubano un ombrello e un accendino: arrestati

Roma, ricercatori universitari scassinano tre auto e rubano un ombrello e un accendino: arrestati
Si è conclusa con l'arresto per furto la notte alternativa di due ricercatori universitari annoiati e un po' brilli. Come due ladri professionisti i due studiosi,...

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Si è conclusa con l'arresto per furto la notte alternativa di due ricercatori universitari annoiati e un po' brilli. Come due ladri professionisti i due studiosi, un ricercatore di letteratura medievale e uno specializzando in psicologia, l'altra notte, hanno scassinato una sfilza di auto parcheggiate in una piazza di Ostia e con ombrelli e torce rubate nei portabagagli hanno giocato come spadaccini per strada. Il tutto sotto gli occhi di un testimone che dal balcone di casa e un cannocchiale per scrutare meglio riferiva ogni loro movimento ai carabinieri. «Due ladri prima si sono avvicinati alla serranda di un bar e poi hanno forzato un'auto in piazza Ener Bettica ed ora stanno rovistando dentro». Ed ancora: «I ladri ora sono passati ad un'altra auto. Fate presto. Sulla prima hanno rubato un ombrello o un bastone». E infine: «Non la smettono. Hanno aperto ancora un'altra autovettura».


LE SCUSE
Quando i carabinieri sono arrivati i due ricercatori avevano rubato un ombrello grigio di Ikea, una torcia e un accendino da cucina. E ancora avevano le armi in mano (ossia ombrello e torcia) pronti a sfidarsi. Passata la notte in camera di sicurezza, sono stati scortati davanti al giudice. Il pm Gianluca Mazzei ha chiesto e ottenuto la convalida dell'arresto. Poi i due amici sono stati rimessi in libertà in attesa del processo. In aula si sono scusati: «Abbiamo fatto una goliardata. Ma le macchine erano aperte». «Eravamo un po' ubriachi al termine di una festa», ha specificato l'esperto di letteratura. Il fermo poco dopo le tre di notte. I carabinieri per accertare l'entità del furto hanno svegliato i proprietari delle auto. Al primo mancava l'ombrello e un accendino, al secondo nulla, il terzo si era ritrovato sul sedile un ombrello non suo.

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Il Messaggero