Roma, rapinatore seriale di prostitute inchiodato dai tatuaggi con i nomi delle due figlie

Roma, rapinatore seriale di prostitute inchiodato dai tatuaggi con i nomi delle due figlie
Andava a rapinare le lucciole con la Mercedes classe A della moglie. E per evitare guai, prima di imboccare la via Ardeatina sganciava la targa. Non è bastata nemmeno...

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Andava a rapinare le lucciole con la Mercedes classe A della moglie. E per evitare guai, prima di imboccare la via Ardeatina sganciava la targa. Non è bastata nemmeno questa accortezza a Emerson R., trentenne romano, per sottrarsi a una doppia condanna, per i colpi seriali commessi: in tutto dovrà scontare 6 anni e 8 mesi carcere. A tradirlo paradossalmente l'amore per la famiglia: sul braccio destro aveva tatuato il nome delle due figlie. Un particolare che non è sfuggito a più di una vittima. L'ultima portata in aula, a piazzale Clodio, l'altra mattina, direttamente con una volante della polizia dopo essere stata rintracciata sull'Ardeatina. T-shirt e fuseaux la giovane, una lucciola romena, ha raccontato la sua disavventura alla corte: «Sì, è lui l'uomo che mi ha rapinato. Con la scusa di pagare intimità, si è appartato con l'auto e ha tirato fuori una pistola. E' capitato pure a delle mie amiche». Ogni lucciola doveva sborsare gli incassi. Chi ci ha rimesso sessanta euro, chi duecento, chi oltre trecento. Nessuna di loro, però, in quel periodo, tra il gennaio e giugno 2016, era riuscita a annotare il numero della targa dell'auto usata dal rapinatore seriale. Ionela, Virginia, Alina, Maria e Roxana hanno raccontato storie uguali: «L'auto era senza targa» oppure, «Era finta».


IL RICORDO

Il tatuaggio era chiaro e indelebile. I carabinieri di Pomezia prima e gli agenti di Spinaceto poi hanno trovato le prove nello stato di famiglia del sospettato. I nomi delle figlie coincidevano con quelli impressi sul braccio del rapinatore. Mentre la moglie era intestataria di una Classe A con una tappezzeria tale e quale a quella che scarrozzava sull'Ardeatina. A un certo punto delle indagini è spuntata pure una Fiat Cinquecento, affittata anche dalla moglie dell'indagato dopo che la Mercedes era stata sequestrata perché senza assicurazione. Circostanze respinte dal difensore dell'imputato, l'avvocato Massimiliano Scialla: «Le auto? La famiglia non ha mai avuto la disponibilità di tutte e due le auto contemporaneamente. E l'una e poi l'altra erano in uso dalla moglie per andare al lavoro». Il pm Francesca Passaniti ha chiesto sei anni di carcere. I giudici hanno inflitto al rapinatore tre anni di carcere, ma in continuazione con una recente condanna a 3 anni e 8 mesi per fatti fotocopia.

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Il Messaggero