Roma, hotel Radisson Blu «ha evaso la tassa di soggiorno: deve risarcire oltre 2 milioni»

Roma, hotel Radisson Blu «ha evaso la tassa di soggirono: deve risarcire oltre 2 milioni»
L'ultimo sequestro è scattato dopo l'ispezione in uno degli hotel più lussuosi della Capitale: il Radisson Blu, in via Turati, 5 stelle vicino alla stazione...

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L'ultimo sequestro è scattato dopo l'ispezione in uno degli hotel più lussuosi della Capitale: il Radisson Blu, in via Turati, 5 stelle vicino alla stazione Termini. La tassa di soggiorno pagata da clienti e turisti in visita a Roma per anni non sarebbe stata versata nelle casse del Campidoglio. Ora, la procura ha fatto il calcolo dei danni e ha disposto il sequestro dei soldi dovuti al Comune. La cifra è da capogiro: 2.056.577 euro. Oltre alla misura patrimoniale, è scattata anche l'iscrizione sul registro degli indagati con l'accusa di peculato per il gestore dell'hotel.


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Il Radisson è l'ultimo di una lunga lista di alberghi su cui la procura sta indagando. Per il momento, il pm Alberto Pioletti ha già ottenuto sequestri per circa 5 milioni di euro a carico di 7 albergatori, mentre il numero delle strutture finite sotto inchiesta sale a 17. Sono tutte in zona Centro storico, Vaticano e Aurelia. L'ammanco totale nelle casse capitoline potrebbe superare i 10 milioni di euro.

Le indagini della Procura sono partite dopo una segnalazione del dipartimento Attività produttive e dopo alcuni controlli della Guardia di finanza e della Polizia locale. Gli inquirenti si sono accorti che, per anni, gli albergatori avrebbero preteso dagli ospiti di decine di hotel e B&B il contributo giornaliero ma, invece di versare i soldi all'amministrazione, li avrebbero intascati. Introdotta nel 2010 con una delibera della giunta comunale, la tassa di soggiorno è differente a seconda del tipo di struttura. Va dai 3 euro per le strutture a una o due stelle, fino ai 10 euro per gli hotel extra-lusso.


Gli albergatori, oltre a doversi scontrare con l'inchiesta penale, sono anche finiti nel mirino dei magistrati della Corte dei conti, che vogliono anche capire se qualche dipendente comunale possa essere responsabile di omesso controllo. A incastrare gli albergatori, una verifica fiscale: il contributo turistico risultava nella sezione «entrate» ma non era indicato tra le uscite. Le prime ispezioni nelle strutture del Centro sono dello scorso maggio, mentre i sequestri disposti dal gip su richiesta della Procura sono iniziati in giugno.
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Il Messaggero