Quel leggero nodo alla gola del primo viaggio post-incubo

Quel leggero nodo alla gola del primo viaggio post-incubo
Senza modulo, finalmente, ma con un leggero nodo alla gola perché dopo un tempo che è sembrato eterno torni a salire su un treno che supera i confini della provincia...

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Senza modulo, finalmente, ma con un leggero nodo alla gola perché dopo un tempo che è sembrato eterno torni a salire su un treno che supera i confini della provincia di Roma, anzi del Lazio. Già il fatto che qualche giorno prima hai riaperto la app per cercare orario e tariffa del treno dell’alta velocità più conveniente, ti ha ricordato il mondo di prima. E poi anche riempire uno zainetto, adagiarlo sulle spalle, entrare nell’atrio della stazione Termini ti fa sembrare che quanto meno una tregua sia arrivata.




No, non c’è più il caos scalmanato di prima. Ci sono i percorsi da seguire, temoscanner, operatori che ti scrutano, mascherine che tutti portano nel rispetto delle regole e del buon senso. 3 giugno, una delle tante date che ricorderemo di questo sgradevole 2020. E poi quasi in punta di piedi, insieme agli altri passeggeri, sali sul treno e magicamente (anche perché metà dei posti devono restare vuoti) non c’è la calca fantozziana di un tempo per essere i primi ad entrare. Tutti i passeggeri hanno la mascherina, solo un tizio molto grosso l’ha abbassata, l’operatrice gli chiede di indossarla. Ti assopisci, neanche te ne accorgi e sei arrivato a Bologna. Che figura, il primo viaggio dalla riapertura e l’hai dormito tutto. Senza incubi, quelli c’erano stati nei mesi precedenti.


 
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Il Messaggero