Roma, in gita precipita dal balcone dell'hotel. Ipotesi tentato suicidio: «Temeva il divorzio dei genitori»

Roma, in gita precipita dal balcone dell'hotel. Ipotesi tentato suicidio: «Temeva il divorzio dei genitori»
Era triste perché credeva che i genitori si stessero per separare, li aveva visti bisticciare e, nel suo mondo da adolescente, la sola idea che la sua famiglia si potesse...

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Era triste perché credeva che i genitori si stessero per separare, li aveva visti bisticciare e, nel suo mondo da adolescente, la sola idea che la sua famiglia si potesse sfaldare la preoccupava più di ogni altra cosa. Era questo che angosciava A. D., la liceale greca di 17 anni che mercoledì sera è precipitata da un balcone al secondo piano dell'hotel Colombo, all'Eur, riportando traumi gravissimi. Lo aveva confidato alle amiche durante i cinque giorni trascorsi in gita scolastica nella Capitale.


LE PAURE



Di venire a Roma nemmeno se la sentiva e, fino all'ultimo, era stata indecisa se acquistare o meno il biglietto per il viaggio. Forse erano questi fantasmi, amplificati nel suo cuore di donna-bambina, ad agitarla fino a farsi lasciare scivolare nel vuoto. Un volo micidiale di quasi sei metri, in una serata di festa, l'ultima da trascorrere in gita nella Capitale con la sua scuola prima di riprendere l'aereo l'indomani e tornare a casa da mamma, papà e dal fratellino più piccolo. Nessun biglietto, nessuna frase sul diario, solo supposizioni che farebbero pensare a un tentativo di suicidio. Per ora gli inquirenti non hanno elementi per ritenere che A. D. sia stata spinta da qualcuno al di là della ringhiera bianca che delimitava il terrazzino della stanza che divideva con altre compagne di classe. Un ragazzo avrebbe persino tentato di riprenderla per le gambe, senza riuscirci.

L'INCHIESTA

A. D. sarebbe salita su una delle due sedie che erano fuori sul balcone insieme a uno sgabello poggia-valigie, poi lo schianto sull'asfalto del cortile di fronte alla palazzina del blocco 3, occupata dalla scolaresca di Alessandropoli, cittadina al confine con la Turchia. Si è buttata giù di proposito oppure ha perso l'equilibrio in un gioco, un gesto da ragazzi, che si è trasformato in tragedia? Tutte ipotesi su cui stanno lavorando gli agenti del commissariato dell'Eur, diretti da Francesco Zerilli. Del resto pare che difficilmente la quantità di alcol riscontrata dai primi esami clinici possa aver fatto perdere completamente lucidità alla ragazza, anche a seguito di una possibile reazione agli antistaminici che assumeva per contrastare un'allergia.



LE SPERANZE


Le condizioni di A. D. sono stabili, ma disperate. Ieri è stata sottoposta a una risonanza magnetica. La compressione endocranica che il trauma alla testa le ha provocato, le lascia tenui speranze. Tanto che il Cto, giovedì, come da procedura, durante un secondo intervento neurochirugico, ha attivato “l'allerta” per il potenziale espianto di organi. Accanto ai genitori, che non parlano italiano, c'è lo staff del Consolato greco a Roma. Dopo aver passato la prima notte in una stanza dell'ospedale della Garbatella, ieri hanno riposato in un albergo. Sono distrutti dal dolore, la mamma prega di continuo. «La speranza è l'ultima a morire, ci vuole un miracolo» ha detto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero