Alzi lo sguardo e vedi Flavio Solo, uno dei più quotati street-artist internazionali a lavoro. Poi ti giri e ti accorgi dei lenzuoli stesi a terra, della ressa di venditori...
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E come non ritagliare uno spazio ad hoc anche per gli immancabili gadget fasulli degli I-phone? Ponte Mammolo, stazione della metro: ecco a voi uno dei grandi bazar illegali della Capitale. Gli ambulanti non bastano a riempire il Centro e la stazione Termini, arrivano anche in periferia. La stessa periferia che la giunta Marino si era impegnata a riqualificare, dopo le sommosse dello scorso anno e per la quale perfino l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Giovanna Marinelli, ha licenziato 36mila euro per arredare, con l’intervento di cinque street-artist, altrettante stazioni della metro.
Si va da quella di Monti Tiburtini passando per Pietralata, Santa Maria del Soccorso, Rebibbia e Ponte Mammolo per l’appunto. Un progetto inserito all’interno del bando Roma Creativa, da un milione 300mila euro. Proprio oggi l’assessore ha inaugurato il tour “Roma, museo a cielo aperto”. Più di 40 le opere d’arte, nate in appena due mesi, che hanno arredato i muri delle periferie della Capitale. Nascerà persino una mappa turistica, una sorta di guida alla street-art d’avanguardia volta a dimostrare l’impegno dell’amministrazione nei confronti di alcuni dei quartieri più degradati della città.
"Riqualificare" è il trend topic che negli ultimi mesi ha tenuto botta a palazzo Senatorio. Che poi qualcuno si sia fermato solo a infiocchettarle, le periferie, è un altro discorso. Alla stazione metro di Ponte Mammolo nessuno dice nulla, nessuno fa nulla e quei venditori ambulanti continuano indisturbati a portare avanti i propri affari. Scarpe da ginnastica – Nike, Adidas, Rebook – vendute ad appena 20 euro al paio. Se ti metti a contrattare, puoi arrivare a spendere anche solo 15 euro.
Se fai gli occhi dolci, il prezzo scende ancora e ti porti via un paio di scarpe a 10 euro. Stesso discorso per le borse e per tutta la mercanzia che blocca, di fatto, l’uscita della stazione. Molti i dipendenti dell’Atac in servizio che guardano ma non intervengono perché non è loro compito. Servirebbero gli agenti della polizia locale, ma di caschi bianchi neanche l'ombra.
E pensare che l’8 luglio 2005 l’allora prefetto di Roma, Achille Serra, firmò un’ordinanza dopo gli attacchi terroristici avvenuti a Londra in cui si ordinava la rimozione, nel raggio di 200 metri dagli ingressi di tutte le stazioni della metropolitana, di banchi di vendita di qualsiasi genere. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero