Roma, al Parco delle Valli spunta il muro anti-rom: il divisorio eretto per sicurezza

Roma, al Parco delle Valli spunta il muro anti-rom: il divisorio eretto per sicurezza
Era diventato un deposito gestito illegalmente dai rom, una sorta di garage dove ammassare quintali di rifiuti raccolti dai cassonetti e presi chissà da dove. C'erano...

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Era diventato un deposito gestito illegalmente dai rom, una sorta di garage dove ammassare quintali di rifiuti raccolti dai cassonetti e presi chissà da dove. C'erano passeggini, biciclette e rame ovviamente, l'oro rosso per i nomadi. Dietro una rete squarciata, coperti dalla vegetazione incolta, per anni un gruppo di nomadi ha usato uno spazio della stazione Nomentana come magazzino. Alle 14 di ogni giorno, poi, furgoni, con la targa della Romania arrivavano nel parcheggio confinante, quello di scambio gestito da Atac in via Val d'Aosta e caricavano via il bottino, illegale, ignoto. Siamo vicino al Parco delle Valli, dove da decenni a ridosso dell'Aniene e della ferrovia fioriscono accampamenti abusivi di rom. Da qualche giorno c'è un muro, altissimo, al posto di quella rete sventrata più volte dai predatori.

 

A documentare la piccola rivoluzione che tenterà di bloccare la piaga del riciclaggio illegale di rifiuti è stato il Comitato di quartiere Sacco Pastore-Espero. «Siamo molto contenti che abbiano innalzato quel muro dice Andrea Silenzi Schisano, vicepresidente dell'associazione finalmente qualcosa di utile per combattere l'illegalità diffusa nel quartiere». Anche perché, gli sgomberi di accampamenti abusivi sembrano servire poco se non c'è poi un controllo quotidiano.
Un esempio? Due mesi fa con un maxi blitz hanno tolto le favelas sorte nel canalone vicino l'Aniene, quelle parallele alla pista ciclabile di via dei Campi Flegrei, che si trovano all'altezza di una scuola, l'Albero Manzi di via Valdarno. «Ma dopo un paio di settimane sono tornati spiega Silenzi Schisano la notte ci sono roghi tossici, i cittadini sono stanchi di tutto questo degrado». I residenti parlano anche di «atteggiamenti intimidatori da parte dei rom nel sottopasso della stazione Nomentana».

La cronaca della convivenza forzata con i nomadi probabilmente spiega la soddisfazione nel veder costruire il muro. A edificarlo è stata Rfi (Rete Ferroviaria Italiana). L'opera rientra in realtà in un vasto piano di messa in sicurezza delle stazioni e della rete. Obiettivo: evitare gli attraversamenti delle rotaie e gli accampamenti abusivi. E nel caso della stazione Nomentana, impedire a un gruppo di nomadi di trasformare l'area in un magazzino abusivo e illegale di materiale di ogni genere.

Reti e muri, fa sapere Rfi, sono stati innalzati anche nei pressi della stazione Ostiense, su via Trionfale vicino alla ferrovia FL3, a Portonaccio e in altre stazioni nel Lazio. Per comprendere il clima di paura e insofferenza che domina i residenti, basterebbe ricordare che a fine aprile è stato trovato il corpo senza vita di un nomade nell'Aniene sotto il Ponte delle Valli dove viveva.

Il muro nella stazione Nomentana è stato ultimato qualche giorno fa. «Di notte a presidiarlo c'è un'auto con a bordo guardie giurate» aggiunge Silenzi Schisano. Purtroppo nel parcheggio di scambio confinante ci sono ancora bivacchi dei rom e i loro furgoni. La frontiera della legalità, quella oltre il muro, è stata superata. Lì, a far rispettare le leggi dovrebbero pensarci vigili e Comune. Ma non accade, purtroppo.
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Il Messaggero