Roma, bimbo scagiona il pugile arrestato: «Non mi ha rapito, la mamma mi ha chiesto mentire»

Roma, bimbo scagiona il pugile arrestato: «Non mi ha rapito, la mamma mi ha chiesto mentire»
«Non sono stato rapito da Mirco Ricci, il pugile, il mio idolo. Sono rimasto a casa di alcuni vicini e di una zia. E mi hanno portato pure nel parco. E' stata mia madre...

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«Non sono stato rapito da Mirco Ricci, il pugile, il mio idolo. Sono rimasto a casa di alcuni vicini e di una zia. E mi hanno portato pure nel parco. E' stata mia madre a suggerirmi quello che dovevo dire. E' stata lei a farmi parlare di rapimento». Sono crollate in un'ora, davanti al gip Riccardo Amoroso, le accuse contro The Predator il campione dei pesi medio-massimi finito in carcere ad aprile insieme alla madre, alla sorella e a una vicina di casa per il sequestro di un bambino di 9 anni, che abitava con la famiglia nello stesso residence comunale di via di Val Cannuta. E' stato lo stesso bambino a ritrattare le accuse contro i suoi presunti sequestratori. «Mamma mi ha detto quello dovevo riferire» ha spiegato il piccolo, un baby pugile.

 

«Me lo ha detto appena sono rimasto solo con lei e prima di essere sentito dai giudici». «All'inizio ho detto delle bugie» ha precisato, «non sono mai stato prigioniero. In quei due giorni, lontano da mia madre, ho giocato con i bambini del palazzo, sono stato in cortile e pure in palestra». «Non è stato Mirco Ricci a picchiare la mamma» ha concluso poi il bambino. Per il pugile, la madre Palma Condemi, la sorella Francesca e la zia del piccolo, dopo l'arresto per sequestro di persona a scopo di estorsione, si è aperto così lo spiraglio della liberazione. I legali degli indagati, gli avvocati Giovanni Sabatelli, Daniele Lelli e Domenico Porchetta, presenteranno presto l'istanza di scarcerazione. In base alla ricostruzione degli investigatori il bambino era stato rapito per cinquanta dosi di cocaina. La madre, con problemi legati alla tossicodipendenza, aveva denunciato alla polizia di essere stata picchiata dal pugile e minacciata dalla madre del campione perché avrebbe fatto sparire della cocaina che nascondeva per loro. «Mi dissero: ti ridaremo tuo figlio quando avrai saldato il tuo debito», aveva dichiarato la donna, poi ricoverata con due costole fratturate.
 
PERICOLOSO

«Un'azione malvagia e efferata che indica un'allarmante spregiudicatezza degli indagati», così il gip aveva motivato gli arresti. Ricostruzione poi confermata dai giudici del Riesame, che avevano definito Mirco Ricci «spregiudicato e violento e con un «curriculum criminale» sottolinenado che, se lasciato libero, avrebbe incorrere «in nuove occasioni di reato». «Forte della sua capacità di intimidazione dovuta alla sua prestanza sportiva» veniva sottolineato nella motivazione, «potrebbe indurre la madre del bambino a ritrattare o a edulcorare le dichiarazioni accusatorie rese, inquinando così le prove». Ora è emersa un'altra verità, quella che il campione ha sostenuto dal primo momento: «Non ho picchiato quella donna e soprattutto non ho rapito il suo bambino. Ed ancora sono uno sportivo: non c'entro nulla con la droga».
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Il Messaggero