Roma, abusi alla materna, i racconti choc dei genitori: «Dicevano il maestro ci fa fare un gioco strano»

Roma, abusi alla materna, i racconti choc dei genitori: «Dicevano il maestro ci fa fare un gioco strano»
«A mia figlia chiedeva di mettergli le mani nelle tasche dei pantaloni, le diceva che era un bel gioco. Ancora devo riprendermi, sono sconvolta, non potevo immaginare tanto...

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«A mia figlia chiedeva di mettergli le mani nelle tasche dei pantaloni, le diceva che era un bel gioco. Ancora devo riprendermi, sono sconvolta, non potevo immaginare tanto orrore». Ha gli occhi gonfi per le lacrime, si sistema gli occhiali sul volto, poi tiene ben ferme le mani sul volante dell'auto. Guarda dritto, fissa l'ingresso del plesso di Bankitalia addossato su un pezzo dell'acquedotto romano del Mandrione, periferia Est, con il vialetto che percorrerà in auto per andare a prendere la bambina a scuola. Tira il fiato, poi un lungo respiro. La mamma racconta: «I bambini hanno capito che è successo qualcosa che non va - dice - alcuni sono sotto choc, per altri, come spero per mia figlia, tutto rimarrà come un gioco. Ora voglio solo che dal carcere quello schifoso non esca più». Alle 9,30 di ieri mattina i genitori dei bambini che partecipavano alle lezioni di inglese tenute dal venticinquenne sono stati convocati per «una riunione urgente» con i carabinieri nel padiglione polivalente. I militari hanno spiegato come i dubbi e i sospetti nati da due denunce iniziali fossero stati confermati dalle immagini riprese dalle microcamere installate nell'aula laboratorio, più isolata rispetto al plesso centrale, in cui il maestro da solo insegnava ai più piccoli.


«QUADRO GRANITICO»
Pochi giorni di osservazione sono bastati per inchiodare il presunto pedofilo e scoprire che le piccole vittime erano almeno una dozzina. L'ordinanza di custodia cautelare, del gip Clementina Forleo, riassume lo sfogo delle bambine a casa: «Il maestro di inglese ci fa fare un gioco strano» e la conferma a quella descrizione che includeva baci intimi e pantaloni abbassati, arrivata dalle telecamere nascoste. Immagini esplicite che confermano un quadro investigativo «granitico», si legge nel documento. Lo stesso insegnante, il venticinquenne Jonathan T., nel corso dell'interrogatorio di garanzia di venerdì scorso, non ha saputo giustificare l'accaduto. È arrivato all'interrogatorio di garanzia provando a rispondere, ma quando gli sono contestati i video è ammutolito.

LE MAMME

Lo sfogo delle mamme è un fiume in piena. Un'altra entra nel bar davanti alla scuola e non smette di piangere: «Sono distrutta, se lo prendo lo ammazzo. Ha rovinato la mia bambina». Racconta di essere stata «alla riunione con i carabinieri. Li sentivo parlare e quasi non mi rendevo conto. Mi chiedevo tra me e me: ma sta succedendo per davvero? È capitato proprio alla mia famiglia? È un incubo». Esce disperata, non se la sente di dire altro. La Casa dei bambini ieri era inaccessibile, i vigilantes agli ingressi, la direttrice trincerata nel silenzio. All'interno del megaplesso fino a poco tempo fa si stampavano anche le banconote ed è per questo super-protetto. «Quel maestro era arrivato da poco, ha anche un bambino di appena un anno, non so con quale coraggio potesse abbracciarlo», rivela un'altra mamma. «Insegno inglese da quasi tre anni e non ho ancora perso l'entusiasmo di spargere la conoscenza di questa meravigliosa lingua ai bambini che lo accettano con le braccia aperte», scriveva il maestro sul blog in cui offriva lezioni private.
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Il Messaggero