Oltre 15mila mascherine irregolari. E' il bilancio dell'operazione messa a segno dalla Guardia di finanza nell'abito dei controlli anti truffa sull'emergenza...
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Più di 3.500 mascherine chirurgiche monouso, anche in questo caso non conformi alla normativa comunitaria e nazionale, sono state trovate dai finanzieri del III Nucleo operativo metropolitano, in una rivendita al Prenestino, di proprietà di un cittadino cinese che, sfruttando l'aumento esponenziale della domanda e dei prezzi, aveva pensato bene di procurarsi il materiale e le attrezzature necessarie per la produzione artigianale delle mascherine che poi piazzava sul mercato completamente «in nero». Per l'uomo, colto mentre era intento al loro confezionamento, è scattata la segnalazione all'Autorità Giudiziaria per frode in commercio.
In una ferramenta di Ardea gli uomini della guardia di finanza di Pomezia hanno individuato una settantina di flaconi, confezionati artigianalmente, recanti indicazioni sbagliate sull'idoneità del prodotto ad eliminare batteri, funghi e virus, pertanto potenzialmente ingannevoli per i clienti, indotti a fidarsi dell'efficacia igienizzante del prodotto. Gli accertamenti svolti dai Finanzieri per ricostruire la filiera distributiva hanno permesso di sequestrare un altro migliaio di identici flaconi. Il titolare della società di distribuzione di Roma è stato denunciato alla procura della Repubblica di Velletri per frode in commercio. Inoltre, dall'inizio dell'emergenza sono state controllate e denunciate dalla Guardia di Finanza più di 260 persone per aver circolato senza validi motivi, violando i divieti governativi.
Operazione a Roma dei carabinieri contro un esercente che vendeva mascherine di stoffa confezionate artigianalmente e senza il marchio CE.
Il Messaggero