«Perché i cani sì e lui no?» protesta una signora che vorrebbe entrare nel bar tenendo al guinzaglio «lui», cioè un maiale, un...
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La signora non ci sta, e la sua protesta solleva un interrogativo tutt’altro che banale: oggi che i cani sono ammessi ormai in qualsiasi locale pubblico, perché un suino ben tenuto, pulito ed educato non ha gli stessi diritti? E d’altra parte, se si aprono le porte ai maialini come si fa poi a negare cittadinanza anche a galline, tacchini, vitelli, caprette e pecorelle? Una metropoli moderna può essere al tempo stesso una vecchia fattoria?
Ma la discussione tra il cameriere e la cliente nel bar dell’Eur non arriva ad affrontare questioni così ampie, anzi si conclude subito: il quadrupede rimane fuori, e l’unico maiale che ha l’autorizzazione ad entrare è il prosciutto che sta dentro ai tramezzini.
pietro.piovani@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero