Il maiale al guinzaglio per Roma, ma al bar lo cacciano

Il maiale a passeggio per Roma
di Pietro Piovani
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Lunedì 1 Luglio 2019, 01:16 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 22:26
«Perché i cani sì e lui no?» protesta una signora che vorrebbe entrare nel bar tenendo al guinzaglio «lui», cioè un maiale, un bestiolone simpatico e paffuto come un bulldog. La donna è ormai piuttosto conosciuta a Roma: in tanti l’hanno vista per le strade di Testaccio, o di Trastevere, o del centro mentre portava a spasso il suo suino, molto fiera del suo eccentrico animale da compagnia. Questa volta si presenta in un noto e affollatissimo bar dell’Eur, nell’ora di punta della pausa pranzo, ma un cameriere la invita a uscire: i maiali nel bar non possono entrare.

La signora non ci sta, e la sua protesta solleva un interrogativo tutt’altro che banale: oggi che i cani sono ammessi ormai in qualsiasi locale pubblico, perché un suino ben tenuto, pulito ed educato non ha gli stessi diritti? E d’altra parte, se si aprono le porte ai maialini come si fa poi a negare cittadinanza anche a galline, tacchini, vitelli, caprette e pecorelle? Una metropoli moderna può essere al tempo stesso una vecchia fattoria?

Ma la discussione tra il cameriere e la cliente nel bar dell’Eur non arriva ad affrontare questioni così ampie, anzi si conclude subito: il quadrupede rimane fuori, e l’unico maiale che ha l’autorizzazione ad entrare è il prosciutto che sta dentro ai tramezzini.

pietro.piovani@ilmessaggero.it
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