Roma, immigrato picchiato dal branco, le notti brave della gang: «Che sarà mai un calcio?»

Roma, immigrato picchiato dal branco, le notti brave della gang: «Che sarà mai un calcio?»
Dal bar di borgata alla notte brava in Centro. La gang di Acilia si dà appuntamento in piazza. Una decina di ragazzi, tra loro Alessio Manzo, 18 anni, partono alla volta di...

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Dal bar di borgata alla notte brava in Centro. La gang di Acilia si dà appuntamento in piazza. Una decina di ragazzi, tra loro Alessio Manzo, 18 anni, partono alla volta di Campo de' Fiori. Alessio studia all'alberghiero di Tor Carbone, così come altri due suoi coetanei. C'è chi frequenta il professionale a Ostia, chi fa l'apprendista elettricista per potere lavorare nell'impresa di famiglia. Chi abita al di là della via del Mare, a Dragongello e a Centro Giano. Uno vive al Torrino. Manzo e altri tifano la Roma. Postano su Facebook i colori giallorossi, i cori della Vecchia guardia, i ricordi del Commando ultra. Alessio ha per amico anche un pugile di strada, Armando Casamonica, il cui cognome evoca faide e potenti clan, in una realtà distorta che quasi si mescola ai falsi miti ormai resi protagonisti dalle fiction tv. Ad Acilia una volta c'erano i bravi ragazzi della Magliana a dettare legge, boss veri. Oggi sono piuttosto i picchiatori al soldo di vecchi e nuovi cravattari a farsi sentire nell'ombra di affari più grandi.

Tifo, noia e birre scandiscono le giornate di Alessio & Co. nella borgata tra l'Eur e il mare. Ma il sabato sera si esce in branco, si va in Centro, si diventa bulli. Alessio che è piuttosto corpulento si riconosce subito. Quando alle tre di notte la gang si scaglia con insulti, spinte e poi botte su Kortik Chondro, lavapiatti bengalese di 27 anni e sul suo amico Sherif, cameriere egiziano, appena usciti dal ristorante dove lavorano, lui si distingue: mentre gli altri si allontanano, torna indietro e sferra un calcione in faccia al bengalese che è a terra. Due testimoni lo indicheranno chiaramente alla polizia.

SENZA RENDERSI CONTO

Ma portato negli uffici del commissariato Trevi casca dalle nuvole: «Gli ho dato un calcio, che avrò fatto mai». Anche gli altri, in quattro, quasi non si rendono conto: «Non abbiamo fatto niente di che», sfidano i poliziotti. Alessio viene arrestato per tentato omicidio, gli altri, due suoi coetanei, un diciannovenne e un diciassettenne, vengono denunciati per rissa e lesioni. Il papà del minorenne è disperato. È un elettricista: «Mio figlio aveva ripreso quest'anno a studiare come apprendista, per aiutarmi al lavoro. So che usciva con questi ragazzi che non conosco, si vedevano al bar», ha raccontato.
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Il Messaggero