Storia dell’albero gigante che vive sopra la Domus Aurea, destinato a morire, ma che per un “miracolo” botanico è riuscito a rinascere, lasciando in...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Uno spettacolo, ma anche un pericolo per la reggia di Nerone: le sue radici abbracciano ormai da anni il sottostante ninfeo di Ulisse e Polifemo, a tal punto da stritolarlo. «Le radici sciolgono e disgregano la malta di allettamento dei mattoni della sala, e se ne nutrono perché è ricca di sali minerali - spiega l’architetto paesaggista del Parco del Colosseo Gabriella Strano - In questo modo indeboliscono, provocano lacerazioni e cedimenti alle strutture murarie del monumento. Ecco perché l’albero va eliminato». E così avverrà, a fine aprile, con un ‘operazione a lungo studiata dallo staff tecnico del Ministero dei beni culturali responsabile della Domus Aurea, e condivisa soprattutto con i comitati di residenti che tanto si sono affezionati a questo titanica creatura arrivata da un altro mondo.
Ma la storia del Pino non finisce così. Per un architetto del verde come Gabriella Strano, che ha vissuto tanti anni all’ombra del gigante verde, curando i nuovi giardini “tecnologici” sul Colle Oppio che salveranno la casa di Nerone, è stata un’impresa e una sfida. Un anno di lavoro tenace: «Tutto pur di non perderlo». «Col capocantiere Umberto Barbieri abbiamo tentato per mesi di raccogliere i semi del Pino combattendo con i pappagalli che vogliono sempre mangiarli e li abbiamo ripiantati nella loro terra in piccoli semensai allestiti nel cantiere della Domus Aurea», racconta la Strano.
Tra uno scavo e un restauro, ad un certo punto, incredibilmente, sono nati. Secondo una parabola del destino che aggiunge capitoli alla storia: «Le piantine del nostro Pino sono germogliate nel giorno in cui è morta mia madre». E chiamarle “Clementina” è una scelta spontanea. «Nascere da un seme è un evento botanico - aggiunge Strano -perché il Pino Roxburghii è una pianta che per natura si adatta male alle nostre temperature, e soprattutto perché far rinascere dal seme di un esemplare che si è adattato al nostro clima significa accrescere la biodiversità della flora delle piante». Come sopravvivranno? La vita in cantiere è complicata per le piccole Clementine. Così è arrivato in pronto soccorso subito l’Orto botanico di Roma, sotto le cure di Claudio Scintu, esperto di conifere.
«All’Orto Botanico le stanno facendo crescere in un ambiente protetto - spiega la Strano - Per fortuna, perché con la nevicata e la gelata della scorsa settimana sono state messe al coperte in un ambiente protetto».
Il Messaggero