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Fabrizio Rocchi da sabato sera è in una cella del carcere di Velletri, accusato di aver ucciso martedì scorso sua madre Graziella Bartolotta, 68 anni, nella sua casa di via del Pettirosso a Tor San Lorenzo, sul litorale di Ardea. Non è bastato professarsi innocente e fornire giustificazione a ogni suo movimento: le prove raccolte contro il 48enne primogenito della vittima dai carabinieri della compagnia di Anzio sarebbero «gravi, precisi, plurimi e concordanti», come ammesso dagli stessi militari. Prima di tutto le tracce biologiche trovate sotto le unghie della vittima in sede di autopsia, eseguita venerdì: ci sarebbero frammenti di tessuti riconducibili al figlio, segno di un tentativo di difesa da parte della donna, attinta da diversi colpi violenti alla tempia sinistra con un oggetto cilindrico del diametro di dieci, quindici centimetri, presumibilmente un posacenere.
La ricostruzione
L’aggressione sarebbe avvenuta martedì scorso, in un lasso di tempo tra le 8.30 e le 9.30.
L’arma del delitto non è stata ancora trovata. I carabinieri sospettano che Rocchi, dopo l’omicidio, abbia messo il posacenere in un sacchetto nero e lo abbia portato con sé a Roma, all’Infernetto, dove aveva detto di lavorare come giardiniere presso un’abitazione privata, gettandolo in un fossato il giorno stesso dell’omicidio. Il giorno dopo, giovedì, servendosi di un’auto noleggiata in un’agenzia di Tor San Lorenzo - il suo furgone gli era stato sequestrato - sarebbe tornato all’Infernetto per recuperare il sacchetto e farlo sparire chissà dove. Per crearsi un alibi, il 48enne sarebbe passato dalla famiglia a cui doveva sistemare il giardino, dicendogli che non sarebbe potuto venire a lavorare nei prossimi giorni essendo morta sua madre. Un fatto decisamente strano, visto che erano mesi che quella famiglia non aveva notizie di Rocchi. L’arma era stata occultata tra la vegetazione, lo dimostrerebbero le scarpe infangate che indossava il 48enne rientrando ad Ardea nel pomeriggio di giovedì, dopo aver presumibilmente recuperato e fatto sparire il sacchetto. Resta poco chiaro il movente: i rapporti tra Rocchi e la madre erano turbolenti, ma potrebbero esserci anche altri problemi di natura economica. Per i carabinieri sarà importante ricostruire le dinamiche familiari anche attraverso la collaborazione di parenti e vicini.
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Il Messaggero