Ladre nomadi belle come modelle che entrano nei portoni del Centro con grosse borse griffate, che sorridono gentili agli inquilini che incrociano nell'androne. Capelli lunghi...
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COME SCIAMI
Non provengono dai campi rom della Capitale. Non fanno parte delle baby gang di borseggiatori della metro. Hanno belle case e ville specie nella zona Est. La polizia giudiziaria indaga su di loro. Scopre che ci sono batterie di rom sinti che si muovono a sciami. Che prendono di mira di volta in volta una zona diversa: dal Centro passano ai Parioli, poi al Flaminio e al Salario. «I minori, tra gli 8 e i 16 anni, entrano in azione di giorno, gli adulti di notte», spiega un poliziotto di lungo corso. Gli agenti ricostruiscono clan e individuano le aree da cui partono per raggiungere i quartieri da aggredire: dalla borgata Finocchio, da Rocca Cencia e Lunghezza. Si rendono conto che ogni mattina le batterie escono alle 9, a piedi raggiungono le stazioni del treno oppure un cugino fa il giro in auto, carica le ragazze e le porta a destinazione. Gli agenti sequestrano una Mercedes, una Porsche, due Bmw e una Tuareg. Gli interni delle abitazioni sono da mille e una notte, i bagni hanno marmi, sanitari pitonati e cristalli. Recuperano montagne di refurtiva, qualcosa è ancora nei loro uffici. Le famiglie di sinti nel mirino, annotano gli agenti, funzionano sul modello delle ndrine calabresi. Tutte imparentate tra loro e pronte a ospitare e sostenere chi finisce nei guai. L'inchiesta che mira a smantellate l'organizzazione va avanti ma poi si ferma bruscamente col trasferimento del pm Francesco Scavo da Roma. E i furti riprendono vigore. Le auto vengono dissequestrate, la maggior parte degli indagati torna a piede libero. Qualcuno è latitante. Come T. B., classe '81, che deve scontare 11 anni. Nel suo curriculum criminale compaiono furti commessi a Trieste, Padova, Terni e Caserta. È conosciuta anche come Nikita, oppure come Jana. Con il solo nome di Silvana annovera 28 alias. Un anno fa viene fermata fuori Roma ma rilasciata, perché non è sempre facile andare ad aprire nel casellario giudiziale tutte le singole pagine relative: è un gioco di scatole cinesi in cui la malavita si muove benissimo. Forse T. B. è a Roma, ma le indagini sono ferme. I colpi no. Durante il ponte del 29 giugno viene svaligiata la casa di una signora in vacanza e riecco spuntare i cassettari: tre raid a raffica in zona piazza di Spagna. Altra conoscenza dei poliziotti che ogni giorno pattugliano in borghese fra Trevi e Campo Marzio, è M. B., del 99, riconoscibile per la folta cresta di capelli neri. La videosorveglianza dei palazzi lo ha ripreso in azione con la sorella e un'altra bella complice. Le sue impronte sono spuntate nel sopralluogo di furto a casa del console brasiliano. E per Ferragosto probabilmente nemmeno lui andrà in ferie.
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Il Messaggero