Roma, alle poste si finge Gianni Minoli per avere una carta prepagata

Roma, alle poste si finge Gianni Minoli per avere una carta prepagata
Ha cercato di sfruttare la sua somiglianza con Giovanni Minoli per mettere in piedi una truffa. Si è presentato alle poste con un documento falso, intestato a una persona...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ha cercato di sfruttare la sua somiglianza con Giovanni Minoli per mettere in piedi una truffa. Si è presentato alle poste con un documento falso, intestato a una persona inesistente, ma con la faccia del celebre conduttore e giornalista radiotelevisivo: «L’ho comprato su internet. L’ho pagato 120 euro. Mi serviva per fare trading con i bitcoin». Si è difeso così F.M., un pensionato dell’esercito, che martedì mattina è stato arrestato dai poliziotti del commissariato Aurelio all’ufficio postale di via di Torrevecchia 270.


L’uomo, nato nel 1951, aveva tentato di avviare le pratiche per ottenere una carta prepagata, utilizzando una patente e un codice fiscale intestati a un sedicente Ferri Enrico: un uomo immaginario, nato nel 1975, la cui faccia però era quella del famoso giornalista. Ma, alla vista degli agenti, chiamati dall’impiegato delle poste, il pensionato ha presto svelato le sue vere generalità, mostrando anche una carta d’identità «sulla quale risultava apposta l’effige fotografica di Minoli», come si legge nel capo d’imputazione. Un documento tarocco che gli è valso l’arresto in flagranza di reato per falso.

«Non so chi sia Minoli. Ma non sono un truffatore. Io mi occupo di minare i bitcoin. In una settimana si guadagnano anche 700 euro». Rispondendo alle domande del giudice, il 69enne ha provato a motivare la sua passione per le criptovalute. Una vera e propria fissazione che lo avrebbe indotto a tentare la frode con la foto di Minoli. «La carta prepagata mi serviva per fare trading con i bitcoin. Un nome di fantasia è più sicura». Temeva che qualche hacker potesse carpire i suoi dati personali. Ma, per contrappasso, si è ritrovato a patteggiare una pena di 11 mesi per lo stesso motivo.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero