Roma, bambino rapito e portato in Ucraina dalla madre, l'appello del papà: «Aiutatemi a trovarlo, è in pericolo di vita»

La donna, a cui è stata tolta la potestà genitoriale, ha portato il piccolo in Ucraina e non risponde più al telefono dall'inizio dell'invasione russa

Giovanni Arcangeli, l'ingegnere romano cerca suo figlio: «Portato in Ucraina dalla mamma, non lo sento dall'inizio della guerra»
Un padre si è visto privare del figlio di 9 anni portato in Ucraina dalla madre, che non ne ha più la potestà genitoriale. È la drammatica storia di...

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Un padre si è visto privare del figlio di 9 anni portato in Ucraina dalla madre, che non ne ha più la potestà genitoriale. È la drammatica storia di Giovanni Arcangeli, ingegnere romano di 54 anni che, dopo una prima denuncia presentata nel 2016, ora ha rivolto un nuovo appello alle autorità ucraine e italiane per cercare di avere notizie di suo figlio di 9 anni, di cui non sa nulla dallo scorso 23 febbraio, giorno dell'inizio dell'invasione in Ucraina.

La donna, Tetiana Shevchenko, è stata citata in giudizio dalla procura di Roma per sottrazione di minore, l'incontro in aula è fissato per il 27 giugno, ma l'imputata si è resa irreperibile.  

La madre portò il bimbo in Ucraina nel 2016 

Il contenzioso tra Arcangeli e la madre del bambino va avanti da anni. Secondo quanto denunciato da Arcangeli i due avevano una vita familiare «saldamente radicata in Italia, a Roma» ma nel 2016 la madre, con una scelta «unilaterale» avrebbe deciso di tornare nel suo paese di origine e portare con sé il bimbo. Per questa ragione già nel 2016 l'uomo aveva presentato una prima denuncia nei confronti della Shevchenko, che oggi è accusata di sottrazione e trattenimento di minore all'estero.  

Nel capo di imputazione i pm di piazzale Clodio contestano alla donna di avere «sottratto il minore al padre, esercente la potestà»  e di aver trattenuto il minore in Ucraina contro la volontà dell'uomo.

Indagini in corso per rintracciare il bambino vicino Odessa

Il dramma familiare di Arcangeli si intreccia con le vicende della guerra in Ucraina. Le indagini per il ritrovamento del bambino in Ucraina e la "restituzione" al padre sono rese ancora più difficili dal conflitto in atto. Il legale dell'uomo, Gianluigi Scala spiega che la situazione «è ulteriormente complicata dopo che la procura di Belgorod si è rifiutata, eccependo questioni di natura formale, di prelevare il bimbo nell'interesse del padre». 

Secondo le ultime segnalazioni, il piccolo si troverebbe a Belgorod Dnestrovskij in provincia di Odessa, zona ora interessata dal conflitto e dai bombardamenti russi. Un fattore che non che aumenta le preoccupazioni del padre: "Chiedo alle autorità locali di non ostacolare le nostre ricerche, vorrei avere almeno la conferma che sia vivo e stia bene", ha detto recetemnte l'ingegnere, che il 9 maggio ha lanciato un nuovo appello.«Mio figlio è in pericolo di vita, spero che le autorità intervengano per individuarlo: è imperativo cercare il bambino il più velocemente possibile» ribadisce. Nell'esposto fornisce anche la targa e l'auto utilizzata dalla moglie per gli spostamenti affermando che anche i genitori della donna la stanno aiutando «nel tenere nascosto il piccolo». 

Anche il consolato Italiano sta collaborando alle ricerche ma al momento non c'è stata alcuna collaborazione delle autorità ucraine. 

 

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Il Messaggero