Al rifiuto reagì sferrando con un cacciavite i tre colpi che uccisero l'amico che aveva conosciuto poco tempo prima e del quale si era invaghito. I giudici...
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Confermata in appello la sentenza di primo grado, emessa dal gup dopo il processo col rito abbreviato per le accuse di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla minorata difesa; unica differenza è che adesso i giudici della I Corte d'assise d'appello hanno escluso la seconda aggravante contestata, pur confermando la quantificazione della condanna.
La morte di Fulli arrivò dopo molte ore dall'aggressione. Non solo; secondo l'accusa l'imputato, dopo aver spinto giù in una scarpata l'amico per sottrarlo alla vista della gente, si impossessò successivamente anche del suo borsello contenente soldi, cellulare, chiavi di casa ed effetti personali. Il killer fu rintracciato dai carabinieri a Villa Maraini, la comunità per tossicodipendenti dove era in cura. Messo sotto torchio, confessò. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero