Coltivava painte di cannabis alte tre metri. Troppo per non essere intercettare dai satelliti di Google Maps che l'hanno rilevata e fotografata. Così è stata...
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A scoprire la piantagione è stato un Carabiniere libero dal servizio che, transitando nell'area, ha avvertito l'inconfondibile odore della marijuana senza però, in prima battuta, riuscire ad individuare il sito. Immediatamente è scaturita una più complessa attività di ricerca che ha permesso ai Carabinieri di localizzare la piantagione, situata in un fossato naturale circondato da folta vegetazione e dirupi. I successivi servizi di osservazione ed una minuziosa mappatura dei terreni circostanti, hanno permesso di individuare l'area privata, di proprietà del giovane, che alimentava l'ingegnoso sistema idrico, dislocata a centinaia di metri dal sito.
All'interno dell'abitazione dell'arrestato, i Carabinieri hanno rinvenuto ulteriore sostanza stupefacente, già essiccata e imbustata per un peso di 120 grammi nonché materiale per il confezionamento e pesatura. Il «coltivatore» è stato associato presso il carcere di Velletri a disposizione della locale Procura della Repubblica. La sostanza sequestrata è stata quantificata in 21 kg che, qualora immessa sul mercato, avrebbe fruttato diverse migliaia di euro. Singolare curiosità è che la piantagione illegale era ben visibile anche dalle immagini satellitari del sito di Google Maps. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero