A volte basta un cappellino e la destinazione a mettere in allarme i tassisti. Berretto da basket calato sul viso, una volta in vettura l'indicazione di San Basilio o Fonte...
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L'INTERVENTO
E' passata da trenta minuti la mezzanotte di sabato quando Gallo da Forte Braschi chiama un taxi del 3570. Il tassista che lo vede stralunato e tatuato si permette di chiedere: «Ma hai intenzione di pagare?». Quello sale, gli bussa alla schiena e gli sventola cinquanta euro: «Parti va». Un altro paio di colpetti alle spalle: «Pago, pago». Il tassista, intuisce il pericolo, e si precipita a piazza Zama. Corsa finita: «Sono 25 euro». Il cliente: «Io non pago, ciao», e scappa via. Il conducente mentre lo rincorre a piedi lancia l'allarme in chat. Un collega avverte il 112, una radiomobile del nucleo investigativo Eur-Torrino è nei paraggi. Il capopattuglia, l'appuntato scelto Buonfiglio, si lancia pure lui all'inseguimento del cliente fuggitivo, lo blocca e cerca di calmarlo: «Paga la corsa, perché scappi?». Il giovane invece non ha nessuna intenzione ne' di saldare, ne' di lasciarsi identificare. Non vuole tirare fuori il portafogli. E all'improvviso sferra un pugno al viso al carabiniere lasciandolo sanguinante e senza un dente. «Non pago e basta».
E' scattato l'arresto. Ieri a piazzale Clodio le scuse però non sono bastate: «Avevo bevuto, ho un po' di problemi, ho sbagliato». Il giudice ha convalidato l'arrestato e disposto i domiciliari, considerati i guai penali alle spalle. L'appuntato, intanto, assistito dall'avvocato Domenico Naccari, ha deciso di costituirsi parte civile. Il segretario di Usb Taxi Riccardo Cacchione sostiene che dei pericoli corsi dai tassisti di notte si conosce solo «la punta dell'iceberg». «I clienti che non pagano neanche si denunciano più», spiega, «le rapine sono sempre dietro l'angolo, qualche collega è finito pure accoltellato». «Ci sentiamo abbandonati. Un parziale supporto arriva dalle nostre centrali radio e dalle chat. Tutto in codice: perché il cliente è alle spalle».
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Il Messaggero