Sono stati i video delle telecamere di sorveglianza a incastrarlo. Dopo giorni di appostamenti e indagini, gli agenti del commissariato Tuscolano hanno fermato il presunto...
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I ROGHI
Gli ultimi roghi risalgono a giovedì notte: tre in via Cartagine, un quarto in via del Calice, zona Statuario. Prima erano stati dati alle fiamme i contenitori di via Anicio Gallo e in via Tito Labieno. Nella notte tra il 25 e il 26 marzo, invece, nell'area tra la fermata della metro Giulio Agricola e l'Appio Claudio, sono bruciati una ventina di cassonetti. Il 12 marzo, era toccato a quattro contenitori in via Marco Valerio Corvo: lo stesso indirizzo degli uffici del commissariato Tuscolano, dove nei giorni scorsi gli agenti hanno sentito alcuni testimoni. Gli investigatori stanno passando al setaccio i profili social dell'indagato, a caccia di immagini che immortalino le azioni incendiarie. La stessa cosa vale per il cellulare e per il computer del venticinquenne, posti sotto sequestro. Il sospetto è che il presunto piromane non abbia resistito alla tentazione di scattare una fotografia delle fiamme, o di riprendere i raid in video da conservare sul pc, o da condividere su Facebook o su Istagram. Il movente del gesto non è ancora chiaro, anche perché l'indagato, al momento del fermo, non ha reso dichiarazioni. Racconterà la sua versione dei fatti al gip nel corso dell'interrogatorio di convalida.
Ora, gli inquirenti cercano eventuali complici e, soprattutto, vogliono stabilire se i roghi siano stati appiccati da un soggetto disturbato, o se invece dietro gli incendi si nasconda una strategia dolosa. Nel frattempo, ieri, la prima informativa sulla vicenda è arrivata in procura.
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Il Messaggero