Roma, provoca incidente e scappa: era un carabiniere

Roma, provoca incidente e scappa: era un carabiniere
Circola senza assicurazione, provoca un incidente, scappa. Poi simula il furto dell'auto per poter sostenere, qualora fosse stato individuato, di non essere stato lui alla...

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Circola senza assicurazione, provoca un incidente, scappa. Poi simula il furto dell'auto per poter sostenere, qualora fosse stato individuato, di non essere stato lui alla guida. Ma non è andato a buon fine il tentativo di un carabiniere di sfuggire all'accusa di aver provocato un tamponamento che ha provocato tre feriti.


Roma, bimba muore nella vasca da bagno in un B&B a Termini: madre indagata

L'automobilista vittima, l'avvocato romano Fabio Calò, è riuscito a risalire al pirata della strada. E ieri per il militare dell'Arma è arrivata la condanna a 1 anno e mezzo di carcere con la triplice accusa di simulazione di reato, omissione di soccorso e lesioni. Accuse che il carabiniere ha sempre respinto di fronte al giudice. E' stato proprio l'avvocato, all'epoca studente di giurisprudenza, a inchiodare il carabiniere. Convocato nel comando dell'Eur riconosce la Mercedes che aveva urtato la sua Panda. I colleghi dell'appuntato stentano a credere alla vittima. Però poi lui confessa: «Ero senza assicurazione, ho avuto paura». Una dichiarazione di autoaccusa che, non essendo stata resa in presenza di un difensore, sarà inutilizzabile in aula.

Il caso risale a gennaio 2012. Ci sono un voluti tre anni di indagini e quattro di processi per dimostrare le responsabilità del militare. Nel frattempo l'automobilista danneggiato si è laureato e determinato ancora di più a fare il penalista. E grazie alla caparbietà della responsabile dello studio legale presso il quale ha svolto la pratica, l'avvocato Giuseppina Tenga, è riuscito a portare alla condanna di chi lo aveva speronato. Il carabiniere in aula si è difeso sostenendo che l'auto gli era stata rapinata sulla via Ardeatina da un uomo, a suo dire probabilmente armato di pistola, mentre tornava in una foresteria dell'Arma. Ma i giudici non gli hanno creduto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero