La fumata è nera, annunciano subito i sindacati. Passano un paio d’ore e il Campidoglio parla. E continua a predicare «serenità, determinazione e...
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LO STOP
L’incontro è durato venti minuti.
L’ULTIMATUM
Tronca si è preso 48 ore di tempo. «Il lavoro degli uffici, pur nella piena consapevolezza dell’urgenza, prosegue - sottolinea il subcommissario Iolanda Rolli, che a Palazzo Senatorio ha la delega al personale - per arrivare rapidamente a una soluzione condivisa, in grado di tutelare i diritti dei dipendenti e le loro famiglie». Fino a giovedì tutto è congelato. A partire dai cedolini dei dipendenti. Il giorno dopo venerdì ci sarà l’ultimo incontro quella della verità. Alle 15.30 i rappresentanti dei lavoratori si rivedranno con il commissario. Sarà il giorno dell’annuncio: sì ci sono i salari accessori, no non ci sono.
LA MINACCIA
I confederali sono molto scettici. E con ampio realismo dicono: da sabato i servizi essenziali di Roma subiranno un brusco passo indietro. Le ripercussioni sono facili, basta andare a vedere le categorie colpite: gli uffici, a partire da quelli dell’anagrafe sparsi nei municipi, da lunedì potrebbero abbassare le saracinesche a pranzo e non rimanere più aperti fino alle 18. I vigili urbani sono già sul piede di guerra: sono a rischio gli straordinari notturni e nei festivi. Infine le maestre: nei nidi potrebbe entrare in funzione l’orario ridotto 8-14. Il Campidoglio in queste ore è quindi a caccia di sponde.
E allo stesso tempo guarda con interesse (per usare un eufemismo) al decreto Mille proroghe. L’emendamento di Marco Causi (Pd) potrebbe evitare il caos e la rivolta. A una soluzione legislativa sta pensando anche l’Anci. Ma il tempo scorre e venerdì suonerà l’ultima chiamata. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero