Roma, cacciato dal locale sparò davanti alla discoteca: ora i buttafuori del Room 26 sono indagati per lesioni

Roma, cacciato dal locale sparò davanti alla discoteca: ora i buttafuori del Room 26 sono indagati per lesioni
Ha sparato all'impazzata contro una discoteca dell'Eur, per vendicarsi dei buttafuori che lo avevano cacciato in malo modo visto che era troppo ubriaco. Ora, proprio gli...

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Ha sparato all'impazzata contro una discoteca dell'Eur, per vendicarsi dei buttafuori che lo avevano cacciato in malo modo visto che era troppo ubriaco. Ora, proprio gli addetti alla sicurezza del locale Room 26, in piazza Guglielmo Marconi, rischiano di finire sotto processo. In cinque sono indagati per lesioni, mentre uno è accusato di favoreggiamento. Il pubblico ministero Attilio Pisani, titolare del fascicolo, ha concluso gli accertamenti nei loro confronti, atto che solitamente precede una richiesta di rinvio a giudizio. Per allontanare dalla discoteca il cliente indesiderato, avrebbero usato le maniere forti, procurandogli un ricovero al pronto soccorso dell'ospedale Sant'Eugenio e almeno trenta giorni di prognosi. Anche la vittima è indagata. Si tratta di Luca Frerè, 26 anni. Insieme a un amico, un trentaduenne romano, deve rispondere di tentato omicidio. Non è tutto. Sul caso sono in corso altri accertamenti. Frerè, infatti, è stato raggiunto a sua volta da un proiettile. Da una perizia balistica disposta dalla Procura è emerso che il colpo sarebbe partito dal locale. Ora, quindi, gli inquirenti stanno cercando di stabilire chi abbia impugnato l'arma per rispondere al fuoco.


LA SPARATORIA
I fatti risalgono alla notte del 25 febbraio. Al Room 26 c'è una festa di Carnevale e il locale è pieno di gente. Nel corso della serata Freré viene espulso dalla discoteca: è troppo ubriaco e infastidisce gli altri clienti. Arrabbiato e barcollante, si allontana in macchina in compagnia di un amico. Sono da poco passate le 4.30 quando i due fanno marcia indietro e decidono di vendicarsi. Il ventiseienne esplode una raffica di colpi di pistola, scatenando il panico tra gli avventori. Quattro persone vengono colpite. Nessuno rischia la vita. Subito dopo la sparatoria gli indagati si allontanano a tutta velocità.

L'ARRESTO

Il giorno dopo, Frerè viene fermato dagli agenti della Squadra mobile e del commissariato Esposizione. A suo carico ci sono parecchi indizi, comprese le dichiarazioni di alcuni testimoni oculari. Il suo complice si costituisce poco tempo dopo. La polizia scientifica, durante un sopralluogo all'Eur, trova 10 bossoli sparati da un'arma semiautomatica. In sede di convalida, l'indagato confessa, raccontando però di essersi difeso: anche lui è rimasto ferito a una gamba. Inizialmente gli inquirenti sospettano che il giovane si sia fatto male accidentalmente con la pistola mentre risaliva in auto. Da una perizia, però, emerge che potrebbe essere rimasto vittima di un fuoco incrociato. Sul corpo, il ventiseienne ha anche i segni di percosse pesanti. Lesioni che ora portano i buttafuori a un passo dal banco degli imputati.
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Il Messaggero