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Entro Natale la città non va soltanto ripulita dall’immondizia e dalle erbacce. Nei primi cento giorni del suo mandato Roberto Gualtieri farà partire un’altra task force contro il degrado: una squadra ad hoc e un piano straordinario per tappare le buche e rifare l’asfalto delle grandi consolari come delle vie più periferiche. E in questa direzione il primo passaggio è una delibera da approvare (forse) già alla prima giunta per iniettare fino a cento milioni in più per la manutenzione straordinaria.
L’inchiesta
Le condizioni disastrose delle strade della Capitale hanno conquistato anche l’attenzione dei giornali stranieri. Il Codacons, qualche hanno fa, ha calcolato che a Roma c’è una buca ogni 15 metri. La Procura di piazzale Clodio ha aperto un’inchiesta per scoprire dove sono finiti e come sono stati utilizzati i fondi stanziati dal 2014 a oggi: secondo gli inquirenti il Campidoglio non ha utilizzato neppure la metà di quanto incassato dalle multe per la manutenzione, come prevede la legge. Virginia Raggi ha rivendicato di aver messo apposto 800 milioni di chilometri di strade nel suo mandato, ma nella sua consiliatura gli investimenti in questa direzione non hanno mai superato per la manutenzione delle grandi consolari la sessantina di milioni all’anno. Se non bastasse ancora, è scaduto a inizio a ottobre l’accordo quadro che garantiva le riparazioni sulle grande viabilità.
La situazione
È il caos e Gualtieri l’ha ripetuto fino alla noia in campagna elettorale: «La situazione delle strade è drammatica.
Privati e appalti
I progetti del Campidoglio targato centrosinistra non guardano soltanto ai finanziamenti: l’obiettivo è creare una nuova governance per gestire quest’attività. In primo luogo partirà a breve una due diligence su tutte le gare aperte sia a livello centrale sia in quello municipale. Al Simu nascerà «una tecnostruttura per le funzioni di stazione appaltante e di controllo nella gestione dei contratti», mentre sarà aperto «un ufficio dedicato al coordinamento con tutti i soggetti coinvolti in scavi stradali e sottosuolo: società di pubblici servizi, municipi, vigili urbani, tenendo conto dell’articolazione territoriale della città», sfruttando il modello del Total Facility Management per far dialogare tutti i diversi livelli delle ditte private. Sempre al Simu saranno formate squadre di addetti al controllo della qualità dei lavori. Sul fronte dei bandi di gare, per superare la parcellazione attuale, si guarda infine a dividere la città in quattro quadranti per la stipula di accordi quadro con le imprese, che poi gestiranno direttamente i Municipi.
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Il Messaggero