Roma, città degli opposti: al bar si entra dall'uscita

Roma, città degli opposti: al bar si entra dall'uscita
Il cartello esposto in un bar di piazza Tuscolo recita: “Entrare dall’uscita”. Sembra uno scherzo, invece l’invito è serio: la porta è una...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Il cartello esposto in un bar di piazza Tuscolo recita: “Entrare dall’uscita”. Sembra uno scherzo, invece l’invito è serio: la porta è una sola, impossibile rispettare la normativa anti-assembramenti. Ma nessuno si sorprende in una città come Roma, abituata da sempre a far coincidere gli opposti. Qui chi incontra un amico caro dopo tanto tempo lo saluta con l’augurio “te piasse un colpo!”, mentre chi si rivolge a un cameriere, a un lavavetri, a un inserviente lo chiama “capo”. Uno degli incroci più grandi e trafficati della città si chiama piazzetta del Bel Respiro. A piazza dell’Alberone c’è un esile alberello, a piazza della Quercia c’è un leccio, e al Gianicolo c’è la famosa Quercia del Tasso. Gli esercizi commerciali che nelle insegne si presentano come antichi (“Antica gelateria”, “Antico forno”) sono sempre quelli di nascita più recente. Dunque quel cartello che invita a entrare dall’uscita riflette un’inclinazione per l’incoerenza che a Roma si ritrova ovunque, e ci fa pensare a un altro cartello visto tempo fa in un corridoio dell’ospedale Bambino Gesù, un foglio affisso su una porta aperta anzi spalancata, e la scritta perentoria: “Questa porta deve rimanere sempre chiusa”. La vocazione romana per l’ossimoro viene rispettata anche dal Comune: esiste un organismo chiamato “Commissione Stabili Pericolanti”.

pietro.piovani@ilmessaggero.it
 

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero